di Gionata Chatillard
La Transnistria, regione moldava sempre più in rotta di collisione con il Governo di Chisinau, potrebbe presto chiedere di essere annessa alla Federazione Russa. Le autorità locali sono ormai insofferenti di fronte alle ultime iniziative intraprese dall’Esecutivo di Maia Sandu, prima fra tutte quella di candidarsi a entrare nell’Unione Europea. Motivo per cui hanno deciso di convocare un congresso dei deputati straordinario per il 28 febbraio. L’ordine del giorno non è ancora ufficiale, ma diverse fonti indicano che lo scopo della riunione sarà proprio quello di chiedere ufficialmente di entrare in Russia.
Secondo altre voci di corridoio, il congresso potrebbe invece limitarsi a indire un referendum. Un’iniziativa che però non farebbe altro che riproporre quella già realizzata nel 2006, quando quasi il 97% dei residenti della Transnistria votò a favore dell’integrazione con il paese euroasiatico. “Indire un’altra consultazione non avrebbe senso”, ha dichiarato il deputato Vadim Kravchuk, sostenendo che l’obiettivo del congresso sarà invece quello di chiedere a Mosca l’annessione. Anche perché il giorno dopo, ovvero il 29 febbraio, Putin terrà un discorso presidenziale di fronte all’Assemblea Federale russa.
Se queste previsioni venissero rispettate, in Transnistria potrebbe presto crearsi uno scenario molto simile a quello già vissuto in Donbass. Se infatti Mosca ha già avvertito che non permetterà che i circa 200.000 cittadini russi che vivono nella regione possano soffrire per le politiche del Governo di Chisinau, Bruxelles ha risposto che non tollererà “nessuna violazione dell’integrità territoriale” della Moldavia. Per risolvere la questione potrebbero quindi servire, ancora una volta, le armi.