di Gionata Chatillard
Correva l’anno 2014 quando la Banca Centrale della Federazione Russa lanció l’SPFS, un sistema di pagamento internazionale creato da Mosca come alternativa al monopolio della rete SWIFT. Dopo il colpo di Stato in Ucraina, da Occidente iniziarono infatti ad arrivare al Cremlino minacce di diverso tipo. Fra queste, la possibilità disconnettere la Russia proprio dal sistema SWIFT. Le autorità russe capirono subito che occorreva correre ai ripari creando al più presto un’alternativa di produzione propria.
Quella che 10 anni fa poteva sembrare una semplice mossa precauzionale, si rivelò una scelta di vitale importanza nel marzo del 2022, quando le sanzioni occidentali cominciarono a prendere di mira le banche russe. A partire da quel momento, sempre più nazioni e imprese private iniziarono a fare affidamento sulla rete SPFS, tanto che oggi il sistema ideato da Mosca viene utilizzato in 20 paesi -4 in più rispetto rispetto a solo un mese fa- per un totale di oltre 550 banche e aziende affiliate.
Nonostante la rete di pagamento russa sembri in rampa di lancio, l’SPFS rimane comunque ancora molto indietro non solo rispetto allo SWIFT, ma anche al CIPS, ovvero al sistema analogo creato da Pechino. Questo può infatti contare su quasi 1.500 partecipanti distribuiti in ben 113 paesi, cifre che moltiplicano rispettivamente per 3 e per 6 quelle dell’FSPS. Numeri che però impallidiscono a loro volta di fronte a quelli del sistema occidentale. Se il CIPS cinese ha mosso nel 2023 oltre 17.000 miliardi di dollari, lo SWIFT ha infatti fatto segnare nello stesso periodo un volume di transazioni 9 volte superiore, pari a 150.000 miliardi.
La battaglia di Mosca, però, è appena cominciata. Sua “ambizione”, come ha spiegato il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, è quella di “sradicare ogni dipendenza da meccanismi finanziari, bancari e logistici controllati o influenzati dall’Occidente”. Un obiettivo condiviso da sempre più paesi desiderosi di lasciarsi alle spalle il vecchio modello di globalizzazione imposto dagli Stati Uniti al resto del mondo. e basato in gran parte sul sistema SWIFT, che Putin ha recentemente bollato senza mezzi termini come “tecnologicamente obsoleto”.