di Fabio Belli
L’esercito ucraino ha tentato di penetrare nella regione russa di Belgorod, subendo significative perdite. È quanto ha affermato oggi, 14 marzo, il ministero della Difesa russo, secondo cui gli aggressori hanno sfondato il confine russo dirigendosi verso il villaggio di Spodaryushino, prima di soccombere sotto i colpi del sistema missilistico TOS. Durante l’operazione l’esercito di Kiev ha sferrato anche numerosi attacchi missilistici nella regione di Belgorod, molti dei quali intercettati dalla contraerea russa, ma alcuni purtroppo sono andati a segno causando la morte di almeno 2 civili e 17 feriti.
Inoltre, l’esercito di Kiev, non si è limitato a prendere di mira le zone di confine. Il servizio stampa della centrale nucleare di Zaporozhye ha riferito che le forze armate ucraine hanno sparato contro un’infrastruttura critica della centrale lanciando un ordigno esplosivo a cinque metri dal deposito del carburante.
D’altronde, la frustrazione dell’esercito di Kiev sembra riassunta dalle parole odierne del Segretario Generale della NATO, Jens Stoltenberg, secondo cui i paesi dell’Alleanza non fornirebbero all’Ucraina munizioni sufficienti, il che, a suo dire, si riflette sul campo di battaglia. Nello stesso intervento il “signore della guerra” ha anche ammesso che alcuni missili e alcuni sistemi che sono stati fondamentali per colpire la flotta russa nel Mar Nero, sono stati forniti dagli alleati della NATO.
Nel frattempo, in Medio Oriente le forze armate yemenite hanno testato con successo un missile ipersonico ad alta capacità distruttiva che può raggiungere velocità fino a Mach 8 (pari a a 6.200 miglia all’ora). Lo riferisce una fonte anonima all’agenzia russa Sputnik, precisando che lo Yemen prevede di avviare la produzione del missile per utilizzarlo negli attacchi nel Mar Rosso, nel Mar Arabico e nel Golfo di Aden, nonché contro obiettivi in Israele.