di Gionata Chatillard
Un viaggio di oltre 17.000 chilometri è ciò che ha dovuto affrontare Emmanuel Macron per cercare di ripristinare l’ordine in Nuova Caledonia, territorio d’Oltremare in pieno Oceano Pacifico ormai da giorni in preda alla violenza. Il presidente è atterrato questa mattina nella capitale Nouméa, in subbuglio da quando il Parlamento francese ha approvato una norma che consentirà di votare a chi risiede in queste isole da almeno 10 anni. Una riforma elettorale che finirebbe per penalizzare la comunità autoctona dei carnachi, che in passato ha già dovuto subire rigide politiche di segregazione oltrea a una discriminazione strisciante.
Gli indigeni rappresentano oggi poco meno della metà della popolazione della Nuova Caledonia, che è di circa 270.000 abitanti. Numeri che spiegano perché nei recenti referendum sull’indipendenza dell’arcipelago abbia sempre vinto il “no”, seppure con un margine molto stretto. I discendenti dei coloni bianchi non intendono infatti tagliare i ponti con Parigi, e la nuova legge promulgata dal Parlamento sembra venirgli in questo senso incontro. Motivo per cui i carnachi hanno deciso di mettersi sul piede di guerra.
Gli scontri degli ultimi giorni hanno causato almeno 6 morti, mentre in tutto l’arcipelago continuano a divampare incendi e ad andare in fumo centinaia di veicoli. Le autorità locali, per poter garantire la sopravvivenza della popolazione, si sono viste costrette a dichiarare lo stato d’emergenza e a istituire un regime di disoccupazione parziale. Il problema principale rimane l’accesso al cibo, con l’approvvigionamento alimentare interrotto in buona parte del paese a causa dei saccheggi. Dove è invece ancora possibile reperire qualcosa da mangiare, i prezzi sono alle stelle a causa della speculazione. Il tutto mentre i turisti cercano di fuggire attraverso i voli charter noleggiati dai Governi di Australia e Nuova Zelanda.
Per risolvere la situazione, Macron ha annunciato che una forza speciale di 3.000 uomini sarà dispiegata a tempo indeterminato in Nuova Caledonia. Accompagnato dai ministri della Difesa, dell’Interno e dell’Oltremare, il presidente francese ha assicurato che “l’ordine repubblicano sarà presto ripristinato”. “Non c’è altra scelta”, ha sentenziato Macron, spiegando che nell’arcipelago del Pacifico è in corso “un movimento insurrezionale senza precedenti”. Motivo per cui il presidente ha deciso di istituire una commissione composta da 3 alti funzionari che avrà l’onere di ripristinare la sicurezza a Nouméa e dintorni. Il che non implicherà, ha tenuto a precisare Macron, la revisione dei risultati dei referendum che negli ultimi anni hanno confermato la piena appartenenza della Nuova Caledonia allo Stato francese.