di Fabio Belli
Domenica 24 settembre il presidente Emmanuel Macron ha annunciato che la Francia se ne andrà dal Niger.
Nel suo discorso, l’attuale inquilino dell’Eliseo ha chiesto il ritiro dell’esercito francese, composto da circa 1.500 soldati, entro il 2023 e ha richiamato il proprio ambasciatore a Niamey già dalle prossime ore oltre a tutto il personale dell’ambasciata in Niger.
“Non esiste più la ‘Françafrique’. Quando ci sono colpi di Stato, non interveniamo”, ha detto Macron. Una scelta, quella del presidente francese, dettata da un ritorno al realismo dopo aver difeso invano il proprio uomo, l’ex presidente Mohamed Bazoum, che da quasi due mesi si trova prigioniero della nuova giunta militare.
E la decisione di Parigi sembra quanto meno obbligata, in considerazione anche del fatto che il governo militare nigerino, prima dell’annuncio di Macron, aveva vietato a qualsiasi volo francese di entrare nello spazio aereo del Paese.
Un annuncio che rappresenta un duro colpo alla politica francese in Africa, dopo che le truppe francesi si sono ritirate dai vicini Mali e Burkina Faso e dopo che la Francia aveva incrementato la presenza militare nella regione con lo scopo dichiarato di combattere i gruppi jihadisti.