di Margherita Furlan e Fabio Belli
Oggi, 15 marzo, si è tenuta una conversazione telefonica tra il ministro della Difesa russo Shoigu e il suo omologo statunitense, Lloyd Austin. Nessun particolare per ora è stato rivelato, ma probabilmente l’argomento principale è stato l’incidente avvenuto nel Mar Nero.
Secondo la ricostruzione affidata da funzionari americani al Wall Street Journal, il drone MQ-9 Reaper partito dalla Romania si trovava sopra acque internazionali quando due caccia Su-27 lo avrebbero affiancato e riversato addosso del carburante. Uno dei due velivoli russi lo avrebbe poi urtato in corrispondenza dell’elica, facendolo precipitare a 60 miglia circa a sud-ovest della Crimea. Secondo l’ambasciatore di Mosca a Washington, Anatolij Antonov, invece, i caccia si sarebbero alzati in volo perché il drone avrebbe puntato, con transponder spento, proprio verso la Crimea, violando lo spazio aereo della «operazione militare speciale» controllato dai russi e comunicato a tutti i paesi che operano nell’area. Per i russi, la caduta del Reaper non sarebbe stata causata da una collisione, bensì da una brusca manovra del velivolo senza pilota nel tentativo di sottrarsi alla scia dei Su-27 che lo avrebbe fatto finire fuori controllo. Successivamente un gruppo di marinai russi sarebbe riuscito a recuperare i resti del drone MQ-9A precipitato in mare. Il drone, prima di cadere, era molto vicino alla Crimea, a 60 km a sud-ovest di Sebastopoli. La distanza avrebbe favorito la spedizione russa rispetto ad alcuni elicotteri rumeni che avrebbero cercato di raggiungere lo stesso punto. Dopo aver volato per circa 100 chilometri, gli elicotteri avrebbero dunque invertito il volo.
Mosca ha pubblicato un video che mostrerebbe il drone ripreso da uno dei due caccia. Nelle immagini l’MQ-9 appare equipaggiato con il sistema di sorveglianza Gorgon Stare, noto in ambienti militari per essere molto avanzato. Il Segretario del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa, Nikolaj Patrushev, ha ribadito la volontà di Mosca di ottenere i resti del drone: “L’incidente conferma ancora una volta che gli Stati Uniti sono direttamente coinvolti nelle ostilità in Ucraina”. Prudentemente, il comandante in capo della NATO in Europa, Christopher Cavoli, ha cancellato i voli UAV MQ-9 Reaper vicino ai confini della Russia; alcuni di questi partono anche dall’Italia.
Nel frattempo, ordigni esplosivi, probabilmente sganciati da droni, sono stati ritrovati presso la stazione di pompaggio del petrolio di Novozybkov dell’oleodotto Druzhba, nella regione di Bryansk. Secondo quanto dichiarato dalle autorità russe, le cariche dei dispositivi dimostrerebbero che “i sabotatori non volevano la distruzione dell’impianto ma una strage tra il personale civile al servizio dell’oleodotto”. Il presidente russo, Vladimir Putin, avrebbe così fatto esplicita richiesta al procuratore generale, Igor Krasnov, di reagire duramente ai tentativi di destabilizzare la situazione socio-politica nel Paese: lo stesso procuratore ha in effetti annunciato la crescente incidenza del terrorismo e l’esportazione illegale di armi dalla zona delle operazioni militari speciali.