di Fabio Belli
Le Forze di Difesa Israeliane, completata l’operazione nella parte meridionale di Gaza, hanno ampliato la zona di combattimento alla parte centrale dell’enclave palestinese. È quanto ha affermato oggi, 21 dicembre, il servizio stampa dell’IDF. Sempre l’esercito di Tel Aviv ha riferito di aver colpito un centro di comando del movimento Hezbollah in Libano. Nel comunicato si precisa che i militari avrebbero identificato diversi terroristi che si avvicinavano alla barriera di sicurezza, dopodiché avrebbero aperto su di essi il fuoco. Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa nazionale libanese, invece, gli attacchi avrebbero causato la morte di un giovane e di una donna e il ferimento di almeno un’altra persona.
Intanto, mentre Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania chiedono a tutti i loro cittadini di lasciare immediatamente Libano, Iraq, Siria e Yemen, nelle acque del Mar Rosso vi sarebbe un gran fermento. Lo afferma il blogger russo, Nikolay Dulsky che, citando fonti militari, rivela che nell’area starebbero convergendo un gran numero di navi da guerra occidentali per far fronte agli attacchi degli Houthi yemeniti. Attacchi che, in base ai dati del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, dalla fatidica data del 7 ottobre scorso,
sarebbero circa 100, effettuati con un arsenale considerevole e avanzato di droni e razzi e più economico rispetto ai missili statunitensi usati per abbatterli. La presenza del decadente impero nella zona con al seguito tutti i suoi vassalli, protettorati e colonie, è l’ennesimo colpo di coda del vecchio imperialismo Made in Usa. Non a caso ieri l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato con 172 voti su 186 una risoluzione che riafferma il diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione e che isola sempre di più la macchina da guerra a stelle e strisce con trazione sionista.
Nel frattempo a Mosca è intervenuto oggi il presidente russo, Vladimir Putin. Durante la riunione del Consiglio sullo sviluppo strategico e sui progetti nazionali, il capo del Cremlino ha puntualizzato che la Russia non si isola dagli Stati Uniti e dall’Europa, “è ora che smettano di scherzare aspettandosi il collasso della Russia”, ha detto Putin.