di Margherita Furlan
Dal 21 al 23 luglio si sono svolti a Pechino una serie di incontri, mediati dal ministro degli Esteri cinese Wang Yi, tra alcuni dei vertici di Hamas e Fatah, le due principali fazioni palestinesi che (seppur con grandi limitazioni) governano rispettivamente nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania. I due gruppi hanno combattuto una guerra civile nel 2007, vinta da Hamas, per il controllo sulla Striscia di Gaza, e da allora tutti i tentativi per arrivare a una riconciliazione tra le parti sono falliti. Tra questi va considerato anche l’ultimo incontro che si è tenuto proprio in Cina lo scorso aprile, che ha prodotto come massimo risultato un generico impegno delle due fazioni a continuare il dialogo per raggiungere l’unità della Palestina.
I nuovi colloqui in programma nella Repubblica popolare si inseriscono in un momento particolare in cui si parla della possibilità della formazione di un governo indipendente sulla Striscia per gestire la ricostruzione. La Cina negli ultimi anni ha rafforzato la sua influenza diplomatica in Medio Oriente (come dimostra la sua impronta nell’accordo tra Iran e Arabia Saudita dello scorso anno) e, secondo diversi analisti, questo nuovo round di colloqui rientra nel tentativo di Pechino di porsi come una potenza mediatrice sulla scena globale, in alternativa agli Stati Uniti.
Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha così oggi salutato l’intesa tra 14 diverse fazioni palestinesi sull’istituzione di un “governo di riconciliazione nazionale ad interim” a Gaza, nella fase successiva alla guerra. La cosiddetta Dichiarazione di Pechino è stata firmata dai diversi rappresentanti giunti nella capitale cinese, comprese le delegazioni di Hamas e Fatah. Tutta da verificare la tenuta dell’accordo, ma si tratta comunque di un importante punto diplomatico a favore della Cina.
La Cina è da sempre una sostenitrice della soluzione a due Stati per Israele e Palestina, e in questi mesi di attacchi israeliani su Gaza ha chiesto più volte l’istituzione di una conferenza internazionale di pace.