di Fabio Belli
Oggi, 16 febbraio, a Mosca il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, nel 10° anniversario del colpo di Stato ucraino, avvenuto con l’Euromaidan, ha affermato che l’Unione europea partecipa direttamente al conflitto ucraino e mira a fornire a Kiev armi in grado di colpire il “cuore” della Russia.
Il capo della diplomazia russa, che ha definito il Regno Unito più ostile degli Stati Uniti, ha constatato che le relazioni di Mosca con l’Occidente verranno comunque ripristinate nonostante il limite dei gesti di “buona volontà” della Russia nei confronti di questi paesi sia stato superato da tempo.
“Ci hanno dichiarato guerra e ormai neanche lo nascondono”, ha sottolineato Lavrov, secondo cui i paesi occidentali non sarebbero interessati a offrire una soluzione diplomatica realistica al conflitto ucraino in quanto impegnati a condurre una guerra ibrida contro tutti coloro che danno priorità ai propri interessi nazionali.
Intanto nel Medio Oriente si registra l’ennesimo attacco di una base militare statunitense nella provincia orientale siriana di Dayr al-Zawr. Il tutto mentre convogli di camion militari statunitensi, carichi di rinforzi logistici, sono arrivati nella Siria orientale dal vicino Iraq negli ultimi giorni, nonostante la volontà dei due paesi di sfrattare il contingente illegale a stelle e strisce. Al confine tra Libano e Israele si registra invece una reazione da parte di Hezbollah dopo che i raid israeliani hanno ucciso ieri circa quindici persone in dense aree urbane nel sud del Libano.
Nella Striscia di Gaza la disperazione è senza fine: le autorità mediche dell’enclave palestinese hanno affermato che almeno quattro pazienti hanno perso la vita in un ospedale nella parte meridionale del territorio a causa dell’interruzione dell’elettricità durante un raid israeliano e la successiva limitazione della fornitura di ossigeno ai pazienti.
Sul fronte diplomatico, Iran e Arabia Saudita hanno discusso questioni regionali, tra cui quella palestinese. Il tutto è avvenuto durante una conversazione telefonica tra il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian, e il suo omologo saudita, il principe Faisal Al Saud, che, nel sottolineare la necessità di sviluppare una direzione strategica nelle relazioni reciproche, hanno concordato l’indizione di una riunione d’emergenza del Consiglio dei ministri degli Esteri dell’Organizzazione per la cooperazione islamica (OIC).
Mentre continua il genocidio a Rafah, dove secondo il New York Times le autorità egiziane avrebbero iniziato a costruire un muro al confine, il triste conteggio sale a 28.770 palestinesi uccisi e più di 68.550 feriti.