di Gionata Chatillard
I dati, ufficialmente, sono ancora preliminari, ma bastano e avanzano per incoronare Claudia Sheinbaum come prossima presidente del Messico. La candidata sostenuta dall’attuale capo di Stato, Andrés Manuel López Obrador, ha infatti già ricevuto le chiamate dei suoi rivali e di diversi leader internazionali, che si sono voluti congratulare personalmente con quella che il 1º ottobre diventerà la prima donna a guidare il paese latinoamericano.
Sheinbaum, che ha ottenuto circa il 60% dei voti, è stata la protagonista di una grande giornata elettorale in cui quasi 100 milioni di cittadini erano chiamati a eleggere non solo il prossimo presidente, ma anche senatori, deputati e un gran numero di sindaci e governatori. “Continueremo a rendere il Messico un paese più giusto, democratico, libero e sovrano”, ha dichiarato la vincitrice, sottolineando che porterà avanti le politiche già attuate negli ultimi anni dal suo predecessore, sostenitore dell’autodeterminazione dei popoli e nemico delle ingerenze negli affari interni di paesi terzi. Questa impostazione, che intende innanzitutto difendere gli interessi nazionali dall’imperialismo dell’ingombrante vicino statunitense, è stata premiata dai votanti anche sul versante delle elezioni legislative, che hanno consegnato alla coalizione già al potere una maggioranza ancora più ampia in Parlamento.
Una maggioranza su cui Sheinbaum dovrà fare leva per combattere la criminalità organizzata, vera e propria spada di Damocle che incombe da anni sui cittadini messicani. Tanto più che la violenza si è resa protagonista anche durante il processo elettorale, nonostante lo Stato avesse schierato quasi 260.000 soldati per poterla prevenire. Il bilancio parla di 38 candidati assassinati nell’ultimo anno, a cui occorre sommare oltre 300 episodi di violenza contro esponenti politici di tutti i colori. Una situazione che la nuova presidente potrà affrontare in posizione di forza, dal momento che, come ha ricordato López Obrador, Sheinbaum arriverà al potere come il capo di Stato più votato nella storia del Messico.