di Domenico D’Amico
La nomina di Mike Pompeo, ex Segretario di Stato americano ed ex capo della Cia, nel consiglio di amministrazione della maggiore società ucraina di telefonia Kyivstar ha fatto molto rumore. Nell’annuncio della società madre VEON – che possiede il 100% di Kyivstar – si legge che Pompeo “entra a far parte del Consiglio di Amministrazione in qualità di Partner di Impact Investments, una società di consulenza strategica e finanziaria e d’investimento di recente costituzione con sede negli Stati Uniti che cerca di sviluppare partnership a lungo termine con le principali aziende del mondo in una serie di settori e aree geografiche.”
VEON è una società basata in Olanda e quotata in borsa a New York ma ha origini russe: fondata a Mosca con il nome VimpelCom nel 1992, scalò subito i mercati diventando la prima società russa quotata negli States. Fu poi il magnate russo Mickhail Fridman a prenderne il controllo, tramite la sua Alpha Bank, in sodalizio con un altro potente personaggio: Petr Aven, ex ministro di Eltsin. Lo stesso Fridman ha occupato posti pubblici di rilievo, come componente del Consiglio di Sicurezza Russo, dell’Unione Industriali e altri ancora.
Considerato uno dei personaggi più ricchi e potenti dell’élite russa e con cittadinanza anche israeliana per le sue origini ebraiche, Fridman, sempre assieme al suo sodale Petr Aven anch’egli ebreo, fonda poi LetterOne nel 2013: una florida finanziaria che è a sua volta azionista di maggioranza di VEON.
Entrambi molto vicini a Vladimir Putin, Fridman ed Aven si separano però in modo burrascoso e improvviso all’indomani delle operazioni militari russe in Ucraina del febbraio 2022.
Aven esce da LetterOne e rimane fedele a Putin, Fridman va via in aperta polemica con il Cremlino.
Tanto che all’annuncio dell’arrivo di Pompeo la Veon sottolinea la totale uscita dal mercato russo, ormai pienamente realizzata.
Un cambio di fronte così clamoroso di un personaggio così influente e importante del panorama finanziario russo come Fridman è senz’altro figlio di un out-out che è stato dato a tanti di questi personaggi: o di qua o di là.
Una volta fatta la scelta, il battesimo viene suggellato con la benedizione di chi, come Pompeo, si fa garante ed è in grado di aprire scenari altrimenti preclusi. L’Ucraina è a completa disposizione, già preda da tempo dei famelici capitali di Wall Street che seguono sempre con dedizione le direttrici della Casa Bianca; ed è evidente che la famiglia Biden, al di là dei folkloristici scandali, era a Kiev da tempo all’interno di un mandato preciso di Washington, direbbe quindi qualcuno, rimanendo alla superficie. Ma scavando appena un po’ si capiscono meglio le fazioni in gioco, che sono molto più variegate e trasversali di quanto appaiono o vogliono apparire.