di Jeff Hoffman
Con 7 voti favorevoli, 12 contrari e 6 astenuti il Consiglio Comunale di Milano ha negato la cittadinanza onoraria al giornalista australiano detenuto a Londra, Julian Assange, simbolo della pace e della libera informazione.
La proposta era stata presentata dai Consiglieri Enrico Fedrighini (Gruppo Misto), Carlo Monguzzi (Europa Verde) e Rosario Pantaleo (Partito Democratico).
Il dato di fatto è che i consiglieri di centrodestra e quelli dell’area progressista sono usciti dall’aula voltando le spalle alla democrazia e ai tanto decantati diritti umani. 12 i consiglieri del PD che hanno votato contro la mozione.
Il sindaco, Giuseppe Sala, che ha evidentemente ritenuto poco importante il tema del confronto, non era presente in aula.
A differenza di Roma, Napoli, Reggio Emilia, Modena, Foggia e numerose altre città italiane, quindi, la capitale economica e dei mezzi di informazione di massa propone la dottrina di Ponzio Pilato e, mentre canta la canzone dell’inclusività, nega la cittadinanza onoraria al giornalista che ha denunciato i crimini di guerra.
Nel maggio 2022 il capoluogo lombardo governato da Giuseppe Sala si era già opposto a una mozione presentata da Europa Verde che, oltre a chiedere il conferimento della cittadinanza onoraria, si opponeva all’estradizione di Julian Assange, tuttora imprigionato dal democratico Regno Unito.
In attesa che l’Alta Corte di Londra si pronunci sull’estradizione negli Stati Uniti dopo le udienze del 20 e 21 febbraio, quindi, la Milano del vizio e della corruzione ha posto la pietra tombale sulla verità e l’informazione.
Se fosse un libro si intitolerebbe “il giorno più buio prima della catastrofe”.