di Margherita Furlan e Fabio Belli
In una dichiarazione congiunta Germania, Italia, Olanda, Romania e Stati Uniti, affermano che forniranno all’ Ucraina:
“batterie Patriot aggiuntive donate da Stati Uniti, Germania e Romania; componenti Patriot donati da Olanda e altri partner per supportare la batteria Patriot aggiuntiva; e un sistema SAMP-T aggiuntivo donato dall’Italia”.
Promessi a breve termine a Kiev anche decine di sistemi di difesa aerea tattici, mentre a lungo termine è previsto l’invio di centinaia di missili intercettori aggiuntivi. Il tutto senza considerare che, dopo l’efficace propaganda del missile dell’ospedale pediatrico di Kiev, i singoli paesi della NATO stanzieranno un miliardo di dollari all’Ucraina per rafforzare il sistema di difesa aerea.
Fra questi paesi non c’è la Slovacchia, il cui primo ministro, Robert Fico, ha assicurato che i deputati del suo partito non sosterranno l’adesione dell’Ucraina alla NATO. Un’eventualità che, secondo il premier slovacco, scatenerebbe la Terza Guerra Mondiale.
La dichiarata alleanza difensiva della NATO ha intanto annunciato che la struttura di difesa missilistica Aegis Ashore a Redzikowo, in Polonia, è ora pienamente operativa e “pronta per la missione”. Può dunque caricare missili da crociera d’attacco. Il sistema dispone di due principali missili intercettori di portata fino a 1.200 km e sono dotati di guida radar inerziale, semi-attiva o attiva. Certamente serviranno anche per la difesa. Visto che Francia, Germania, Italia e Polonia hanno firmato un accordo per lo sviluppo congiunto di missili da crociera a lungo raggio.
Il Cremlino replica: «La Russia sta pianificando una risposta che contenga una seria minaccia alla Nato». Il viceministro degli Esteri, Sergey Ryabkov, ha affermato che la Russia risponderà militarmente allo schieramento dei missili americani a lungo raggio in Germania. Uno schieramento che, secondo il cancelliere tedesco, Olaf Scholz “sarebbe un’ottima decisione”. “Dobbiamo fare qualcosa del genere. Stiamo sviluppando le nostre capacità di attacco di precisione con il Regno Unito e la Francia. È una sorta di contenimento. Questa è la fornitura di pace di cui abbiamo bisogno nel nostro tempo”, ha detto Scholz.
Sempre da Mosca, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha sottolineato come l’espansione della NATO nel territorio dell’Ucraina rappresenti una minaccia inaccettabile per la sicurezza della Russia. Peskov ha aggiunto: “I documenti finali del vertice di Washington mostrano che l’Occidente non è un sostenitore della pace, la Russia deve pensare alle contromisure per contenere la NATO con una risposta ponderata, coordinata ed efficace”. A tal proposito, il portavoce ha fatto sapere che i responsabili politici russi stanno valutando la possibilità di apportare modifiche alla dottrina nucleare del Paese.
È iniziata ufficialmente intanto la caccia alle streghe contro il primo ministro ungherese, Viktor Orbàn. I primi ministri di Finlandia e Svezia, Petteri Orpo e Ulf Kristersson, hanno deciso di boicottare le riunioni ministeriali dell’Unione europea in Ungheria a causa della visita a Mosca del premier magiaro. Lo scrive il quotidiano finlandese Helsingin Sanomat (HS). Tuttavia Bruxelles rassicura, almeno per ora. Secondo quanto riferito dall’agenzia russa TASS, la rimozione di Orbàn dalla presidenza del Consiglio dell’Unione europea non sarebbe in discussione. Secondo quanto riferiscono i media statunitensi, il primo ministro ungherese, ormai autentica mina vagante per l’Occidente collettivo, ha intenzione di volare a Mar-a-Lago per incontrare Donald Trump e magari per raccogliere il riconoscimento internazionale di mediatore tra il candidato repubblicano alla Casa Bianca e il presidente russo, Vladimir Putin.
Quest’ultimo proprio oggi ha tenuto un discorso al 10° Forum parlamentare dei BRICS a San Pietroburgo, lanciando l’idea che il blocco potrebbe istituire il proprio parlamento in futuro.
“Credo che questa idea si realizzerà in futuro”, ha detto Putin sottolineando come l’emersione di un ordine mondiale che rifletta il reale equilibrio di potere e la nuova realtà geopolitica, economica e demografica sia un processo complesso, spesso doloroso. Secondo il capo del Cremlino ciò sarebbe dovuto principalmente alla feroce resistenza da parte delle élite dominanti dei cosiddetti stati del ‘miliardo d’oro’.