di Gionata Chatillard
È una nuova scacchiera geopolitica quella che sta prendendo forma in Africa settentrionale. Prima la guerra civile in Libia e poi la cacciata delle truppe francesi dal Sahel hanno velocemente stravolto i vecchi equilibri di matrice coloniale portando alla formazione di nuove alleanze fra i principali attori della regione. In questa cornice, si inserisce la recente visita a Bengasi di una delegazione di alto livello del Governo del Niger.
L’ex colonia francese si sta infatti coordinando in materia di Difesa con le autorità che controllano la parte orientale della Libia. In primis, con il maresciallo di campo Khalifa Haftar, che oltre ad essere il cosiddetto “uomo forte” della Cirenaica gode anche di buone relazioni con la Federazione Russa. Secondo diversi analisti, infatti, sarebbe stata proprio Mosca a incoraggiare questa collaborazione, che potrebbe aprire la strada a un’alleanza senza precedenti lungo il confine desertico tra Niger e Libia, una delle principali rotte utilizzate dai migranti subsahariani diretti in Europa.
L’obiettivo del Cremlino sarebbe in questo senso quello di formare un vero e proprio asse di sicurezza per collegare la Libia di Haftar ai paesi che si sono recentemente liberati della zavorra colonialista francese: non solo il Niger, quindi, ma anche il Mali e il Burkina Faso. A supervisionare queste trattative c’è infatti il viceministro della Difesa Yunus-Bek Yevkurov, la cui missione è da una parte quella di ristrutturare il vecchio gruppo mercenario Wagner per portarlo completamente nell’orbita del Cremlino, e dall’altra quella di trasformare parte del Sahel centro-occidentale in un hub tattico-logistico della Federazione Russa nel cuore del continente africano.