di Margherita Furlan ed Elisa Angelone
Oggi, 8 maggio, è il penultimo giorno di combattimento per il gruppo Wagner a Bakhmut. Come annunciato infatti lo scorso 5 maggio dal capo del gruppo mercenario russo, Evgeny Prigozhin, le truppe della Wagner si ritireranno da Bakhmut esattamente il 10 maggio perché a corto di munizioni. Il video di Prigozhin, non nuovo, comunque, a simili uscite contro i vertici della Difesa russa, non solo porta alla luce quella che appare una vera e propria faida interna alla Russia, ma anche la presunta disorganizzazione dell’esercito regolare di Mosca, che, in effetti, deve molti dei successi dell’operazione speciale al gruppo mercenario. Per il capo della Wagner, l’imminente controffensiva ucraina sarà disastrosa per la Russia, demoralizzata e disorganizzata.
L’annuncio del ritiro della Wagner da Bakhmut è stato subito seguito dalla richiesta ufficiale a Vladimir Putin, da parte del leader ceceno Ramzan Kadyrov, di sostituire il gruppo mercenario ad Artemovsk. Il 7 maggio è arrivata poi la notizia secondo cui il gruppo Wagner avrebbe presto ricevuto armi e munizioni, ma sotto la supervisione diretta del generale Surovikin. Ad annunciarlo è stato lo stesso Prigozhin, le cui unità avrebbero avviato oggi nuovi massicci attacchi.
Il video-accusa di Prigozhin d’altronde è indirizzato al comandante dell’operazione speciale Gerasimov e al ministro della Difesa Shoigu, evidenziando la volontà di conquistarsi un posto tra le élite militari russe e avvicinarsi maggiormente al Cremlino, prima per influenzarlo più da vicino, poi -forse- per prendere, un domani, addirittura il posto di Vladimir Putin. Mosca e la Wagner, dopotutto, sono legate a doppio filo, dal momento che i successi dell’una non potrebbero esistere senza l’altra, in Ucraina come in tante altre parti del cosiddetto Sud globale.
La mancata fornitura di armi alle truppe Wagner non sarebbe altro, secondo Prigozhin, che un atto di sabotaggio politico nei confronti del gruppo mercenario da parte delle élite militari e dell’intelligence russa, profondamente corrotte e disinteressate del reale futuro della Russia. Prigozhin in un’intervista sostiene addirittura la tesi secondo cui le élite russe sarebbero segretamente in trattative con le élite occidentali e a dimostrarlo sarebbe il fatto che Mosca continua a consegnare petrolio all’Occidente attraverso l’India. Secondo il noto analista Pepe Escobar, Prigozhin non avrebbe invece compreso quella che pare essere la reale strategia del Cremlino in Ucraina: trascinare il conflitto fino all’esaurimento economico e militare delle risorse NATO. L’obiettivo della Russia, in questo senso, andrebbe ben al di là del solo fronte ucraino. Solo i prossimi sviluppi potranno -forse- portare a galla la verità.