di Elisa Angelone
Ora l’Occidente collettivo avrà un motivo in più per accanirsi contro la Russia. Ieri, infatti, la procura generale della RF ha riconosciuto l’ONG ambientalista WWF come organizzazione indesiderata, etichettandola come “agente straniero”. Per Mosca, infatti, che da qualche tempo valutava questa decisione, le attività della sezione russa del WWF non avrebbero mai avuto un impatto significativo sulla salvaguardia ambientale, ma anzi, sarebbero state perlopiù volte a mettere in cattiva luce la gestione dell’ambiente in Russia, ad esempio nella regione dell’Artico, con l’obiettivo più generale di ostacolare lo sviluppo economico del Paese prendendo di mira i grandi complessi industriali russi del settore energetico e minerario. Quelle risorse, cioè, che fanno gola al mondo intero. La procura della RF cita in particolare i rapporti e le valutazioni appositamente “tendenziose” rilasciate dall’organizzazione capitanata ad oggi dal britannico Neville Isdell e contribuente attiva di altre ONG già nel mirino di Mosca per interferenza negli affari interni del Paese.
Parallelamente è in corso in seno al governo russo un acceso dibattito in merito al possibile ritiro della Russia dall’OMS e dall’OMC. Ritiro che, secondo il vicepresidente della Duma, Petr Tolstoj, sarebbe necessario per affrancare il Paese dall’agenda globalista occidentale. Mosca si è già ritirata dal Consiglio d’Europa, dunque questo sarebbe, secondo Tolstoj, il prossimo passo da fare per ripristinare la sovranità e l’indipendenza decisionale della Russia.