di Gionata Chatillard
Un rafforzamento su larga scala della Marina russa per contrastare la crescente presenza della NATO negli Oceani di tutto il mondo. Questo è quanto ha stabilito Vladimir Putin, che ha già dato istruzioni in tal senso per potenziare al più presto la cantieristica navale al fine di garantire la sicurezza di un Paese che si sente sempre più minacciato dall’espansionismo occidentale.
A riferirlo è stato ieri Nikolai Patrushev, considerato da molti come il braccio destro del capo di Stato russo. Il consigliere presidenziale ha giustificato la misura sottolineando come le tensioni geopolitiche stiano crescendo di giorno in giorno, nella cornice di contesto internazionale in rapido cambiamento. Secondo Patrushev, infatti, gli Stati Uniti e altri paesi della NATO starebbero aumentando la loro presenza anche in acque direttamente adiacenti al territorio russo. “Stanno inviando le loro forze navali in luoghi dove vengono estratte risorse naturali”, ha spiegato Patrushev, accusando Washington di usare “il pretesto della pirateria e del terrorismo per ispezionare navi mercantili battenti qualsiasi bandiera danneggiando così gli interessi nazionali degli Stati sovrani”.
Ed è proprio per scoraggiare e prevenire azioni di questo tipo che Putin ha chiesto all’Esercito di adeguare al più presto i documenti di pianificazione strategica navale a questo contesto. “Le rotte commerciali sono bloccate, e dobbiamo modernizzare la nostra flotta per difendere il Paese in conformità con le norme internazionali”, ha dichiarato Patrushev, sottolineando come quella del Cremlino non sia stata una decisione arbitraria, ma una scelta obbligata in risposta alla crescente bellicosità occidentale.