di Fabio Belli
“Se l’Unione europea e la NATO decidessero di inviare le loro truppe in Ucraina, allora un conflitto militare con il blocco sarà inevitabile. In questo caso non dovremmo parlare di probabilità, ma di inevitabilità”. È quanto ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, rispondendo alle parole del presidente francese, Emmanuel Macron, su un possibile invio di truppe occidentali in Ucraina.
Tuttavia gli esponenti della NATO si sono affrettati a prendere le distanze dalle dichiarazioni del Capo dell’Eliseo. Il portavoce del primo ministro britannico, Rishi Sunak, ha affermato che la Gran Bretagna non sta pianificando alcun dispiegamento su larga scala. Anche il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha precisato che non ci saranno né forze di terra né soldati sul suolo ucraino che verranno inviati lì dagli stati europei o dai paesi della NATO. Eventualità esclusa anche dalla vicina Polonia che, stando alle parole del vice ministro della Difesa, Cezary Tomczyk, non invierà i suoi soldati a combattere oltre confine e neanche lo farà la Svezia, la Repubblica Ceca e la Finlandia. Persino la Farnesina ha smentito lo scenario guerrafondaio di Parigi dichiarando in una nota che il Paese “non è in guerra con la Russia” e la presa di distanza è arrivata anche dal Segretario Generale della NATO, Jens Stoltenberg, secondo cui l’Alleanza non ha intenzione di inviare unità di combattimento in Ucraina.
A correre in soccorso di Macron ci ha pensato il ministro degli Esteri francese, Stephane Sejournet, che ha giustificato l’affermazione in quanto a suo dire “alcuni tipi di assistenza potrebbero richiedere la presenza di personale militare straniero sul territorio dell’Ucraina senza partecipare al conflitto”. Affermazioni che hanno un fondo di verità non solo per quanto riguarda il futuro, ma anche per il presente e passato visto che la presenza di personale NATO in Ucraina è un “segreto di Pulcinella”. Secondo Il corrispondente di Sputnik Russell Bentley, già dal 2015 in Ucraina opererebbero “killer professionisti” degli eserciti NATO, spesso sotto le mentite spoglie di mercenari. Coloro che gestiscono le complesse apparecchiature. “Non sono i soldati ucraini a sparare agli HIMARS. Non saranno i piloti ucraini a pilotare gli F-16 qui. Quindi i professionisti ci sono sempre stati, ma hanno mantenuto un profilo basso”, ha detto il giornalista.
Per Washington, altro fornitore di mercenari alla causa di Kiev, la priorità in Ucraina sembra essere legata esclusivamente alla destinazione di fondi e armi. Il segretario al Tesoro statunitense Janet Yellen, in occasione del G20 dei ministri dell’Economia e delle Finanze in svolgimento a San Paolo in Brasile, ha affermato che una coalizione di paesi occidentali deve trovare urgentemente un modo per inviare le risorse russe bloccate in Ucraina per la modica cifra di 285 miliardi di dollari, due terzi dei quali si troverebbero nei paesi dell’Unione europea.
E il diktat da oltre oceano è servito.