di Fabio Belli
“Anche se l’America riuscisse a mobilitare il mondo intero, le nostre operazioni militari non si fermeranno finché i crimini di genocidio nella Striscia di Gaza non cesseranno e finché cibo, medicine e carburante non potranno raggiungere le popolazioni assediate, a qualunque costo”, queste le dichiarazioni del portavoce degli Houthi, Al-Bukhaiti, che ha risposto all’annuncio ufficiale del Segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, con cui da inizio oggi, 19 dicembre, all’”Operazione Prosperity Guardian” nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden. L’Operazione coinvolgerà una coalizione marittima di almeno 10 paesi tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Bahrein, Canada, Francia, Paesi Bassi, Norvegia, Seychelles, Spagna e, ovviamente, Italia che, senza alcun passaggio parlamentare e nel disprezzo assoluto dell’ormai dimenticato art.11 della Costituzione, dovrebbe inviare la fregata “Virginio Fasan”, alla quale potrebbe aggiungersi una seconda unità, pronta a salpare dal porto di Taranto. Egitto, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti avrebbero invece declinato l’invito alla “prosperità washingtoniana”.
Le motivazioni dell’Operazione, secondo la dichiarazione di Austin che nel frattempo ha ribadito personalmente il sostegno a Israele, sarebbero dovute agli attacchi Houthi che, oltre a minacciare il libero flusso del commercio e mettere in pericolo i marinai innocenti, violerebbero il diritto internazionale. Evidentemente tali violazioni, per Washington e i suoi vassalli, sono ben più gravi del massacro che sta avvenendo da oltre due mesi nella Striscia di Gaza. D’altronde, il portavoce del Consiglio della Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ha detto di non aver notato alcuna prova che gli israeliani abbiano come obiettivo quello di massacrare persone innocenti. “Le persone vengono uccise e vengono ferite e lo riconosciamo”, ha detto Kirby secondo il quale ciò sia ben lontano dal dire che fa parte degli obiettivi della guerra, come lo è per Putin.
Intanto nella cosiddetta “unica democrazia del Medio Oriente” l’infausto conteggio delle vittime, la maggior parte donne e bambini, sale a 19.500 unità grazie, si fa per dire, alle circa 29.000 bombe, quasi quante quelle che gli angloamericani sganciarono in ’Iraq nel 2003.
E della serie al peggio non c’è mai fine, la società immobiliare israeliana Harey Zahav, con lo slogan “Svegliatevi, una casa al mare non è un sogno!”, sta già vendendo le villette che verranno costruite sulle macerie delle case delle famiglie palestinesi.