di Fabio Belli
Nei giorni scorsi si è tenuto a L’Avana il vertice dei paesi del sud globale denominato G77.
Al summit ha preso parte anche una missione proveniente dalla Cina, oltre a un centinaio di delegazioni di Asia, Africa e America Latina. Tema dell’incontro “Le sfide attuali dello sviluppo: ruolo della scienza, della tecnologia e dell’innovazione”.
Ad aprire i lavori è stato il Presidente cubano, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, che ha sottolineato come la capacità di generare ricchezza da parte dell’umanità potrebbe garantire standard di vita dignitosi in condizioni di maggiore uguaglianza, equità e giustizia. La portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, ha affermato che il G77 rappresenta un’importante occasione per rafforzare il meccanismo di cooperazione tra paesi in via di sviluppo. Un meccanismo esortato anche dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, secondo cui le nuove formazioni multipolari dovrebbero farsi avanti nel nuovo scenario odierno visto che, a suo dire, organismi come il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale, sono state create quando molti paesi in via di sviluppo erano incatenati dal dominio coloniale e non avevano voce in capitolo sui propri affari o su quelli globali.
Nella dichiarazione finale i paesi firmatari hanno respinto i monopoli tecnologici e altre pratiche sleali che ostacolano lo sviluppo dei paesi emergenti, esprimendosi contro le misure coercitive unilaterali a nocumento dei diritti umani. I 77 paesi sostengono altresì un’urgente riforma dell’architettura finanziaria internazionale e tra gli obiettivi storici del gruppo vi sarebbe la richiesta agli Stati ricchi di destinare lo 0,75% del loro Pil a un fondo per aiutare le economie dei paesi in via di sviluppo.
La nascita del G77 risale al 1964, quando i Paesi firmatari si riunirono in Svizzera durante la prima sessione della Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo e il Commercio. Oggi il gruppo consultivo conta ben 134 Stati, che rappresentano i due terzi delle Nazioni Unite e l’80% della popolazione globale.