di Jeff Hoffman
L’Esecutivo britannico sta limitando la partecipazione di governi o fondi sovrani stranieri nei media britannici bloccando così l’acquisizione da parte degli Emirati Arabi Uniti del media group The Telegraph e del settimanale The Spectator.
Lo ha dichiarato, mercoledì 13 marzo, lo stesso governo che, in tempi di guerra, teme che il sistema dell’informazione nazionale possa subire influenze controproducenti per il destino dell’ex impero britannico. Si chiamerà “Digital Markets, Competition and Consumers Bill” la norma di legge in discussione fra i parlamentari inglesi, ha spiegato il ministro Stephen Parkinson ai membri della Camera Alta d’Inghilterra.
“La libertà di stampa è fondamentale per una democrazia funzionante”, ha sfacciatamente dichiarato Parkinson dimenticandosi di Julian Assange.
Se l’azione del governo Sunak potrebbe far naufragare la controversa acquisizione del Telegraph Media Group guidata da Abu Dhabi, avrà senza dubbio l’effetto di limitare ancor più la libera informazione.
Nelle stesse ore, infatti, il direttore dell’Unione per la Libertà di parola, Douglas Murray, ha annunciato un’iniziativa dal basso affinché le sanzioni contro i cosiddetti “incitatori dell’odio” vengano a dir poco inasprite.
Mentre la popolazione protesta massivamente contro il genocidio di Gaza, quindi, il “fu impero della Compagnia delle Indie” opera una stretta nazionalista sull’informazione mentre altri alzano l’allarme sull’antisemitismo.
E la strage degli innocenti continua.