di Fabio Belli
Sempre più paesi cercano di entrare nei BRICS, ritenuto da molti il blocco economico per eccellenza alternativo alla supremazia del dollaro.
È il caso del Nicaragua, anch’esso preso di mira dalle sanzioni imposte dall’Occidente (Stati Uniti in primis), che potrebbe entrare a far parte dei BRICS. “Il nostro paese ha già espresso il suo interesse. È logico perché è un nuovo percorso, un nuovo mondo, dove i paesi in via di sviluppo possono avere una migliore unità, un migliore sviluppo, un mondo migliore, un mondo multipolare”, ha detto Denis Moncada, ministro degli Esteri del Nicaragua intervistato da Sputnik. Il capo della diplomazia nicaraguense ha ribadito come il suo Paese stia portando avanti colloqui con la Russia per effettuare scambi bilaterali in valute nazionali, anche per i pagamenti del grano.
Anche l’Etiopia ha presentato domanda per entrare a far parte del gruppo BRICS. Lo riferisce il portale ‘Reporter’, citando una dichiarazione del portavoce del ministero degli Esteri del etiope, Meles Alem.”Abbiamo chiesto di entrare a far parte del gruppo BRICS e speriamo in un buon risultato, per salvaguardare i nostri interessi nazionali”, ha in sostanza sottolineato il portavoce.
I BRICS, l’associazione economico-commerciale composta da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica che rappresenta il 20% del PIL globale e il 42% della popolazione mondiale, sembra dunque destinata ad allargarsi. Oltre a Etiopia e Nicaragua, anche i leader di Arabia Saudita, Egitto, Algeria e Indonesia hanno di recente dichiarato di aver inoltrato la domanda di adesione.