di Fabio Belli
I ribelli nigerini hanno accusato i militari francesi di aver attaccato i combattenti della guardia presidenziale e violato lo spazio aereo del Paese, pertanto la leadership del paese africano ha deciso di alzare il livello di minaccia.
Tuttavia per ora sembra scongiurata un’imminente invasione militare nel paese da parte delle forze dell’ECOWAS. Secondo quanto riportato dai media francesi, la comunità filo occidentale non sarebbe ancora preparata
e la decisione finale spetterebbe agli Stati Uniti, che per ora hanno giocato la carta Victoria Nuland in campo diplomatico con risultati a dir poco fallimentari.
D’altronde Washington non può ritenere responsabile Mosca del golpe, tuttavia oggi il capo della diplomazia statunitense, Antony Blinken, ha affermato che il gruppo Wagner starebbe approfittando dell’instabilità causata dal colpo di stato. Una retorica che, sebbene non addossi le responsabilità alla Russia, tiene lo stesso in piedi la nota campagna russofoba, sempre utile a giustificare altre guerre per procura.
Mentre secondo un sondaggio pubblicato sul quotidiano The Economist, il 73% della popolazione del Niger sosterrebbe le azioni dei ribelli, l’ex ministro, nonché ex capo ribelle tuareg, Rhissa ag Boula, ha annunciato la creazione di un Comitato di resistenza per la Repubblica, per ripristinare al potere il presidente Mohamed Bazoum, guarda caso gli stessi obiettivi dell’ECOWAS e dell’Occidente.