di Fabio Belli
Il vicesegretario di Stato statunitense, Victoria Nuland, ha visitato il Niger dove, in un incontro di oltre due ore, ha tenuto colloqui piuttosto tesi con i ribelli al potere.
Alla Nuland non è stato permesso di parlare con l’ex presidente, Mohamed Bazoum, né con il leader del golpe, il generale Abd al-Rahman Tianyi.
La Nuland ha messo in guardia i ribelli sui pericoli dell’alleanza con il gruppo Wagner.
Successivamente è stata resa nota la sospensione dell’assistenza degli Stati Uniti al governo nigerino in ambito sicurezza per un valore di diverse centinaia di milioni di dollari con la speranza di riprenderlo, secondo le parole dell’addetto stampa del Dipartimento, “una volta che la giunta militare si sarà fatta da parte”. La portavoce degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha paragonato la visita della Nuland a quella che tenne a Kiev durante il periodo dell’Euromaidan del 2014. “Pensava che con il Niger si potesse fare lo stesso che con l’Ucraina, cavandosela con un sacchetto di panini, ma una repubblica delle banane come Kiev, non si trova più”, ha detto la Zakharova.
I leader militari del golpe in Niger hanno inoltre affermato che, nelle condizioni attuali, le delegazioni di ECOWAS, Unione Africana e Nazioni Unite, non possono essere ricevute per motivi di sicurezza, pertanto, secondo quanto riferito dalla CNN, l’esercito del Niger avrebbe rafforzato la capitale con un un convoglio di circa 40 pick-up, trasferendo alcune truppe da altre parti del paese.
Nel frattempo, in uno stato di calma apparente, la Nigeria potrebbe fornire più della metà delle 25.000 truppe per invadere il Niger, e anche il Senegal, il Benin e la Costa d’Avorio potrebbero contribuire al contingente. A riportarlo, citando un anonimo funzionario nigeriano, è la stazione radio francese RFI.