di Margherita Furlan
Le Forze armate dell’Ucraina hanno effettuato il più vasto attacco con munizioni circuitanti contro Mosca e la Russia occidentale. Le autorità russe riferiscono di aver intercettato ben 20 droni sull’oblast’ della capitale e 124 in altre otto regioni. La massiccia offensiva avrebbe provocato la morte di almeno una donna, danneggiato decine di abitazioni e causato la chiusura dei principali aeroporti di Mosca. Con tali azioni, Kiev intende convincere le cancellerie occidentali che il sostegno bellico alla causa ucraina non debba cessare.
Così, il Segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha reso noto che venerdì prossimo l’attuale inquilino della Casa Bianca, Joe Biden, intenderebbe discutere con il Primo Ministro britannico, Keir Starmer, l’autorizzazione a colpire la Russia con armi a lungo raggio.
Blinken e il ministro degli Esteri londinese, David Lammy, hanno in programma una visita congiunta a Kiev nello stesso giorno.
“Cresce il rischio di uno scontro diretto tra Russia e NATO” titola Bloomberg precisando:
“Due nuovi sviluppi stanno aumentando il rischio di uno scontro diretto con Mosca. L’Iran ha inviato missili balistici in Russia, mentre il Cremlino sta conducendo un’intensa campagna di bombardamenti mirata a distruggere l’infrastruttura energetica dell’Ucraina. Nel frattempo, due paesi della NATO, Romania e Lettonia, hanno segnalato incidenti nel fine settimana che hanno coinvolto droni russi. La NATO si oppone a qualsiasi conflitto diretto con la Russia, temendo un’escalation che potrebbe diventare nucleare. Ma se i droni russi continuano a intromettersi nello spazio aereo della NATO, l’Alleanza deve dimostrare di sapersi difendere.” Così la ben informata Bloomberg, che palesemente dimentica gli attacchi ucraini, con armi occidentali, in territorio russo. Mentre delegazioni ucraine, come fa notare il noto quotidiano turco Aydinlik, continuano a recarsi a Idlib, in Siria, dove incontrano i leader dell’organizzazione di tagliagole a pagamento nota come Hayat Tahrir al-Sham, da anni impegnata in numerosi attentati terroristici contro la Siria di Bashar Al Assad. Film già visti fin troppe volte. Kiev ha offerto ai membri del gruppo, come prezzo da pagare per l’aiuto nelle azioni militari contro Mosca, 75 droni e il rilascio di alcuni terroristi.
E così giunge improvvisamente la conferma da parte degli Stati Uniti che la fornitura di missili balistici dall’Iran alla Russia sarebbe effettivamente avvenuta. Secondo il segretario di Stato, Blinken, l’esercito russo utilizzerà i missili entro le prossime settimane. Partono quindi nuove sanzioni contro la popolazione iraniana. E contro la compagnia aerea iraniana Iran Air, i cui aerei sarebbero stati coinvolti nel trasporto di missili.
Poco importa se il ministero degli Esteri iraniano ha sempre negato tale fornitura. Siamo in guerra. Vince la propaganda più astuta.
Ma oggi sappiamo che le autorità americane collegheranno la loro decisione sulla revoca del divieto di attacchi da parte delle forze armate ucraine con missili occidentali in profondità nel territorio russo proprio accusando l’Iran della fornitura di missili balistici.
Ma il silenzio iraniano avrà un prezzo molto salato. Più salato delle acque del Mediterraneo, che si fanno sempre più calde.