di Jeff Hoffman
Il tasso di mortalità dei salmoni norvegesi da allevamento è salito dal 16 % del 2022 al 16,7% del 2023 confermando una tendenza consolidata da anni.
Sono 62,7 milioni i pesci da allevamento morti nel 2023. Per l’industria ittica norvegese, che è il più grande produttore globale di salmone atlantico, si tratta della perdita di circa 2 miliardi di dollari di introiti.
“Sia in termini di numero e percentuale di mortalità, questi sono i dati più alti che abbiamo visto finora”, ha detto Edgar Brun, direttore dell’Istituto veterinario per la pesca salute e benessere dei pesci.
Ciò che emerge dalla stampa di settore è che l’Autorità norvegese per la sicurezza alimentare ha dichiarato di aver osservato anomalie nella metà degli allevamenti ittici ispezionati lo scorso anno, rilevando che, tra le altre cose, il pesce ferito o deformato era stato esportato in violazione delle normative nazionali.
Stando alle organizzazioni animaliste e ambientaliste della Norvegia, l’aumento dei tassi di mortalità sono il risultato di una industrializzazione aggressiva mentre, il segretario di Stato presso il ministero della pesca ha difeso il comparto affermando che non tutti i produttori vedono lo stesso tasso di mortalità, sottolineando quindi che è possibile ridurlo.
Non va meglio ai canadesi, la cui produzione di salmone d’allevamento è scesa da un picco di 148.000 tonnellate nel 2016 a 90.000 tonnellate nel 2023 ma, per il caso del Canada, si tratta di una scelta politica operata nel 2020 quando sono stati chiusi numerosi allevamenti ittici della Columbia britannica ritirando le licenze di pesca a diverse aziende del paese.
Secondo un recente rapporto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, c’è un divario di 28 milioni di tonnellate tra la quantità di pesce desiderata dalla popolazione e quella che può essere fornita.
“Con il pesce coltivato in laboratorio è possibile mantenere gli stessi benefici nutrizionali, come gli omega, ma senza possibili allergeni, microplastiche o altre contaminazioni”, ha affermato Seren Kell, responsabile scientifico e tecnologico del Good Food Institute.
Viene fuori dal quotidiano britannico The Guardian che, guarda caso, avanza rapidamente la produzione di pesce da laboratorio che, stando agli esperti, arriverà presto sulle nostre tavole.
“Nessun amo, rete o lenza, basta una cellula per creare un trancio di salmone o delle polpette di tonno”, garantiscono i tecno allevatori.
“I pregiudizi contro gli alimenti prodotti con le cellule staminali sono ancora tanti. Ma è solo questione di tempo, la tecnologia sta creando quello che, per molti, è il cibo del futuro, capace di ridurre l‘impatto ambientale e tutelare gli animali”, si legge sui media europei.
Dal salmone controcorrente al trans-salmone contro natura. Il pranzo è servito.