di Gionata Chatillard
Gli Stati Uniti continuano a chiedere più trasparenza agli altri paesi in materia nucleare, ma sono i primi a nascondere sotto il tappeto il proprio potenziale atomico. A denunciarlo non è il Cremlino, ma la Federazione degli Scienziati Americani (FAS), istituzione che da anni svolge il ruolo di autorità di controllo in questo settore e che recentemente si è vista respingere dalla Casa Bianca due diverse richieste di declassificazione.
Secondo i responsabili dell’organizzazione, questo atteggiamento da parte di Washington non farebbe altro che incoraggiare la fabbricazione di nuove armi atomiche a livello globale, dal momento che manderebbe un segnale contraddittorio agli altri paesi. Proprio in questi giorni i diplomatici statunitensi si trovano infatti a Ginevra per preparare la prossima conferenza di revisione del Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP). Loro compito sarà quello di esortare le altre nazioni a migliorare i propri standard di trasparenza, mentre il loro Governo fa esattamente il contrario in patria.
Washington aveva iniziato a rilasciare dettagli sulle sue scorte nucleari nel 1994. Una pratica interrotta durante l’Amministrazione Trump e poi ripristinata per un breve periodo di tempo da Biden, prima del nuovo stop decretato quest’anno, senza peraltro fornire nessuna spiegazione ufficiale. Un atteggiamento di segretezza che secondo il consigliere del Dipartimento di Stato Jon Wolfsthal fornirebbe a Russia e Cina la scusa ideale per comportarsi in “modo irresponsabile”.