di Fabio Belli
L’aeronautica israeliana ha effettuato un attacco missilistico all’aeroporto siriano di Aleppo.
È quanto ha affermato il ministero della Difesa siriano tramite l’agenzia di stampa SANA. Israele “ha compiuto un altro atto di aggressione contro la Siria, con un attacco missilistico proveniente dalla direzione del Mar Mediterraneo, a ovest di Lattakia, che ha colpito l’aeroporto internazionale di Aleppo”, si legge nella nota del ministero. L’attacco, avvenuto alle 4.30 del mattino ora locale, avrebbe danneggiato le piste, costringendo le autorità siriane a dirottare i voli di linea in entrata e in uscita verso gli aeroporti di Damasco e Lattakia.
Non è la prima volta che l’aeroporto nel nord ovest della Siria viene preso di mira quest’anno. Il 7 marzo era stato fermo per due settimane sempre a causa di un raid israeliano che aveva costretto presso altri aeroporti la deviazione delle consegne di aiuti umanitari alle popolazioni colpite dal terremoto. Anche il 5 maggio un attacco dei soliti noti aveva danneggiato la pista, costringendo il terminal a chiudere per alcuni giorni.
E se le aggressioni israeliane in Siria sembrano non aver eco nel mondo occidentale, nei Paesi non allineati alla vecchia narrativa del mondo unipolare le visioni sono ben distinte. Ieri il capo del governo libico, Abdul Hamid Al Dbeibeh, ha rimosso il ministro degli Esteri, Najla Al Mangoush, per il recente incontro svoltosi a Roma con il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen. L’incontro era stato organizzato dal capo della Farnesina Antonio Tajani.