di Jeff Hoffman
“Se qualcuno non ha avuto la possibilità di scattare una foto al ponte di Kerch, è ancora in tempo a farlo”, ha scritto su X l’ambasciatore lituano in Svezia, già ministro degli Esteri, Linas Linkevicius, arricchendo il tweet con tre immagini a dir poco esplicative: il lancio di un missile statunitense Atacms, una panoramica del ponte di Crimea e, infine, una terza foto ritraente il presidente russo Vladimir Putin in posa riflessiva.
“Il fatto che i funzionari ucraini parlino apertamente dei loro piani terroristici contro le infrastrutture russe dimostra ancora una volta che la decisione di lanciare un’operazione militare contro Kiev era corretta”, ha spiegato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov.
A confermare la volontà di colpire il ponte di Kerch ci aveva pensato il presidente ucraino Vladimir Zelensky che, in un’intervista rilasciata alla stampa tedesca all’inizio di aprile rispose ai giornalisti affermando: “lo desideriamo moltissimo”.
Emerge inoltre che il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, citato dalla Tass, aveva pochi giorni prima confermato la consegna “nascosta” di un certo numero di missili Atacms a Kiev.
“Gli Atacms statunitensi aiuteranno l’Ucraina a colpire bersagli in Russia”, si legge sull’edizione del 25 aprile del New York Times che, citando gli immancabili funzionari anonimi del Pentagono ha fatto sapere che le forze ucraine saranno in grado di utilizzare un sistema missilistico a lungo raggio appena consegnato e ambito per colpire in modo più efficace le forze russe nella Crimea occupata.
“Penso che lo Storm Shadow sia un’arma straordinaria”, ha invece dichiarato al quotidiano inglese The Times il ministro della Difesa britannica, Grant Shapps, aggiungendo che Regno Unito, Francia e Italia starebbero posizionando queste armi per l’uso, in particolare in Crimea.
E il pranzo avvelenato è servito.