di Gionata Chatillard
È la Macedonia del Nord la prima tappa del tour che porterà Ursula von der Leyen in altri 4 paesi dei Balcani occidentali. La presidente della Commissione Europea, già accusata da diversi Stati membri di scavalcare le sovranità nazionali dei Ventisette in materia di politica estera, si recherà nei prossimi giorni in Kosovo, Montenegro, Serbia e Bosnia-Erzegovina. Obiettivo della missione è quello di presentare ai paesi della regione il piano di crescita stilato da Bruxelles per attirarli nel club comunitario. Un’iniziativa che consentirebbe alle nazioni coinvolte non solo di ottenere cospicui sussidi, ma anche di poter accedere a un pezzo del mercato unico europeo. Al prezzo, naturalmente, delle solite riforme richieste da Bruxelles in questi casi.
Il viaggio di Von der Leyen dimostra così che, dopo i conflitti in Ucraina e a Gaza, i Balcani sono più che mai una priorità per l’Unione Europea. Bruxelles parla soprattutto di “normalizzare” i rapporti fra Serbia e Kosovo, ma per molti questa “normalizzazione” è nella pratica poco più di un’omologazione agli standard occidentali. In nome della stabilità regionale, l’UE non sembra infatti disposta ad ammettere altre voci. Lo ha detto a chiare lettere proprio Von der Leyen, secondo cui è l’Unione Europea “il luogo in cui discutere di questi argomenti”. Assioma, questo, volto a screditare fin dal principio qualsiasi assertività da parte di Russia o Turchia, le cui posizioni vengono subito fatte scadere da Bruxelles al rango di semplici ingerenze.
In un momento in cui la diplomazia sta considerevolmente arretrando per lasciare spazio alla guerra, quella vera, Bruxelles cerca di portare velocemente al centro della propria agenda una regione storicamente turbulenta dal punto di vista geopolitico, in cui vi è una scarsa corrispondenza fra i confini disegnati sulle mappe e le reali divisioni etnico-culturali riscontrabili sul territorio. Un territorio che, in un modo o nell’altro, è riuscito a non farsi ancora assimilare del tutto dall’espansionismo occidentale, che a sua volta, con la missione di Ursula von der Leyen, sta in questi giorni provando a sferrare la sua ultima offensiva.