di Fabio Belli
Per l’attacco dell’Iran verso Israele per ora tutto tace nonostante quanto riporta l’emittente CBS. In un articolo, che cita due funzionari statunitensi, si preannuncia che oggi, 12 aprile, sarebbe previsto un grande attacco iraniano contro Israele con circa 100 droni e dozzine di missili puntati su obiettivi militari all’interno dello Stato ebraico. Una notizia che il Wall Street Journal aveva già diramato ieri. Secondo quanto riportano i media iraniani, Teheran ha informato Washington che se gli Stati Uniti interverranno nel conflitto tra Israele e Iran, le forze statunitensi nella regione verranno attaccate.
Nel frattempo, il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amirabdollahian, ha ribadito che la Repubblica islamica si riserva il legittimo diritto di punire Israele per la sua aggressione contro la missione diplomatica del paese in Siria. Le dichiarazioni sono avvenute durante una conversazione telefonica con la sua controparte tedesca, Annalena Baerbock,
Il capo della diplomazia iraniana ha anche auspicato che Berlino condanni esplicitamente l’attacco, chiedendo alla Baerbock come avrebbero reagito l’Europa e gli Stati Uniti se vi fosse stata un’offensiva simile contro una delle loro strutture diplomatiche in Ucraina. Ma dalla ministra tedesca, così come dalla collega australiana, Penny Wong, e dal nostro Antonio Tajani, è arrivato nei confronti di Teheran solo un retorico invito alla moderazione.
Dall’immobilismo della diplomazia occidentale alla risolutezza di Levante dove la Cina, tramite il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, ha criticato duramente l’attacco israeliano alle sedi diplomatiche iraniane in Siria esortando gli Stati Uniti a svolgere “un ruolo costruttivo” nella regione dell’Asia occidentale.
In una telefonata con il suo omologo statunitense Antony Blinken, Wang “ha espresso la forte condanna della Cina”, sottolineando il diritto “inviolabile” alla sicurezza delle istituzioni diplomatiche e la necessità di rispettare la sovranità dell’Iran e della Siria. Secondo quanto riferito dal Dipartimento di Stato di Washington, Blinken ha chiesto alla controparte cinese di usare l’influenza di Pechino per dissuadere Teheran dal colpire Israele.