di Fabio Belli
“I nostri nemici ci metteranno alla prova, non può esistere una situazione in cui bambini e donne si avvicinano a noi… Chiunque si avvicini per nuocere alla sicurezza deve ricevere una pallottola, altrimenti vedremo di nuovo il 7 ottobre”, parole agghiaccianti pronunciate dal ministro della Sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben-Gvir, riportate dal portale Middle East Monitor che cita media israeliani. L’infelice esternazione del ministro, lo stesso che aveva etichettato come antisemita la Corte Internazionale di Giustizia, sarebbe avvenuta durante un colloquio con il capo di stato maggiore dell’esercito.
Nel frattempo, l’Ufficio del Presidente sudafricano ha annunciato la “richiesta urgente” del governo alla Corte internazionale di giustizia per la decisione di Israele di espandere la sua operazione a Rafah. Non a caso l’invasione di terra al confine tra l’Egitto e l’enclave palestinese si profila sempre più ampia e le preoccupazioni provengono proprio dal procuratore capo della Corte, Karim Khan, secondo il quale Israele non avrebbe cambiato minimamente la propria condotta.
Il tutto mentre l’Istituto Internazionale per gli Studi Strategici, con sede a Londra, prevede che il mondo dovrà affrontare “un decennio ancora più pericoloso”, caratterizzato dall’uso sfacciato della forza militare da parte di alcuni per perseguire le loro rivendicazioni”, si legge nella nota dell’organizzazione britannica che evidenzia nelle cause il deterioramento della sicurezza mondiale.
Cause che avrebbero spinto la spesa per la difesa globale a un record di 2,2 trilioni di dollari nel 2023, con un aumento del 9% rispetto all’anno precedente e con una probabile tendenza alla crescita anche per l’anno in corso.