di Fabio Belli
Sei paesi che si affacciano nel Mare del Nord hanno firmato un accordo congiunto per proteggere le infrastrutture sottomarine da eventuali sabotaggi nella parte settentrionale dell’Oceano Atlantico.
Lo ha reso noto il Ministero danese per il clima, che ha definito il Mare del Nord uno snodo critico per le infrastrutture che collegano l’Europa attraverso cavi elettrici, cavi per telecomunicazioni e gasdotti.
Fra gli stati firmatari dell’accordo, oltre alla Danimarca, figurano Belgio, Gran Bretagna, Germania, Norvegia e Olanda.
L’accordo viene motivato dalle esplosioni dei gasdotti Nord Stream del 2022 che, secondo la versione occidentale, sarebbero ancora senza colpevole. Uno status favorito dai due paesi che avevano la competenza sulle acque territoriali del luogo del sabotaggio, Svezia e Danimarca, che hanno deciso, contro i loro interessi nazionali, di chiudere le indagini.
All’atto pratico la cooperazione tra i sei paesi includerà la revisione delle attuali misure di protezione, la condivisione di informazioni e conoscenze e la comunicazione di informazioni rilevanti a livello operativo.
L’importante è che la caccia ai sabotatori dei mari non si spinga, è proprio il caso di dirlo, molto in profondità.