Il tribunale amministrativo di Bastia ha appena dichiarato che l’uso della lingua locale, cioè il corso, è vietato dall’articolo 2 della Costituzione francese. Nemmeno i deputati dell’Assemblea della Corsica, regione con lo status speciale di “collettività territoriale specifica”, potranno dunque parlare il corso nelle riunioni dell’organo parlamentare.
“Questa decisione equivale a privare i rappresentanti eletti della Corsica del diritto di parlare la loro lingua durante i dibattiti dell’Assemblea corsa, nel Consiglio esecutivo corso e negli atti di vita pubblica. Accettare questa situazione è impensabile per noi“, hanno dichiarato Gilles Simeoni e Marie-Antoinette Maupertuis in una nota ufficiale.
Mentre il governo francese impartisce lezioni sui diritti umani e l’autodeterminazione degli altri popoli, l’Eliseo adotta una politica repressiva contro le lingue locali.
La Corsica, che vede crescere i movimenti indipendentisti, fu acquistata nel 1768 da Luigi XV dalla Repubblica di Genova e ha mantenuto un dialetto che intreccia la lingua rumena all’italiano e, al tempo stesso, rappresenta un importante elemento identitario di quest’isola del Mediterraneo. Identità culturale che, in chiave di formattazione al pensiero unico, Parigi intende cancellare
di Jeff Hoffman