di Elisa Angelone
Dopo l’incontro affatto disteso tra il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock e il suo omologo cinese Qin Gang, è arrivato, ieri, 11 maggio, l’ok di Berlino all’accordo con la cinese Cosco sul porto di Amburgo.
Il controverso accordo per l’ingresso del colosso della logistica cinese nel principale porto della Germania è da mesi protagonista di un acceso dibattito politico nel Paese, con le autorità della città anseatica a favore della partecipazione cinese, osteggiata invece dalla maggioranza del Governo tedesco, in particolare dai Verdi.
Il compromesso faticosamente trovato dal governo Scholz per non scontentare nessuno e che prevede una riduzione della quota di partecipazione di Cosco nel porto di Amburgo (dal 35% iniziale a meno del 25%) era stato recentemente oggetto di revisione rischiando di fare la fine del famoso Nord Stream 2, dopo che, all’inizio di quest’anno, il terminal oggetto dell’accordo era stato improvvisamente registrato come “infrastruttura critica” da parte dell’Ufficio federale per la sicurezza informatica. Il cambio di classificazione -dovuto ufficialmente al volume di merci movimentate- ha quindi costretto il governo tedesco a rivedere l’accordo con la compagnia cinese.
Ieri, infine, una nota rilasciata dalla società di logistica responsabile del porto di Amburgo ha messo fine al lungo dibattito, accogliendo con favore il via libera di Berlino all’accordo con Cosco. Cosco che dunque ora acquisirà il 24,9% del terminal di Tollerort, mantenendo così assicurato il primato della Cina come partner commerciale del porto di Amburgo, e, al contempo, salvaguardando il potere decisionale tedesco in merito all’infrastruttura.
I Verdi e molti altri con loro avrebbero senz’altro preferito un altro esito, dal momento che vedono nella compagnia statale cinese uno “strumento funzionale alle ambizioni globali di Pechino”, che in effetti è presente in molti altri porti europei e addirittura “comanda” in Grecia.
C’è chi teme ora per il porto di Trieste, dove -è il caso di ricordarlo- è proprio il gruppo Hafen&Logistik di Amburgo ad essere primo azionista.