di Elisa Angelone
Dopo il successo ottenuto mediando la storica ripresa dei legami Iran e Arabia Saudita, Pechino raddoppia e dichiara apertamente la sua intenzione di svolgere un ruolo importante nello scacchiere mediorientale, dove l’influenza statunitense è in netta ritirata.
A fronte dei recenti scontri tra israeliani e palestinesi, tra cui il lancio di razzi dal Libano e da Gaza su Israele e il brutale assalto delle forze israeliane alla moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme durante le preghiere, il ministro degli Esteri cinese Qin Gang ha avuto colloqui telefonici separati con entrambe le controparti coinvolte nel conflitto. Colloqui durante i quali il ministro cinese ha espresso le preoccupazioni della Cina per l’escalation del conflitto e la volontà, da parte di Pechino, di contribuire in modo costruttivo alla tempestiva ripresa dei colloqui di pace e all’attuazione della cosiddetta soluzione dei due Stati. In questo Qin Gang ha portato l’esempio della riconciliazione tra Teheran e Riyadh, raggiunta attraverso il dialogo.
Le disponibilità cinese è stata apprezzata sia da Israele che dalla Palestina, con Ramallah che si è detta grata del sostegno di Pechino alla creazione di uno Stato palestinese indipendente. Il ministro degli Esteri palestinese Riyadh al-Maliki avrebbe definito la Cina “un grande Paese responsabile” e avrebbe espresso la volontà di portare le “tradizionali relazioni amichevoli” tra i due Paesi a “nuovi livelli”, sottolineando al contempo il proprio sostegno al principio di una sola Cina.
Più distaccata la reazione del ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen, che, pur auspicando un rafforzamento delle relazioni con la Cina, ha altresì ribadito le preoccupazioni di Israele in merito al programma nucleare iraniano. Questione, questa, su cui Tel Aviv si aspetta che la Cina svolga “un ruolo positivo”.
Israele, insomma, non nasconde il proprio disappunto per il riavvicinamento diplomatico tra l’Iran e il Regno saudita che ha senz’altro scompaginato i piani volti ad isolare -col sostegno di Washington- la Repubblica Islamica presentandola come unica grande minaccia in Medio Oriente.
Pechino pare comunque determinata a portare avanti i propri sforzi di mediazione scalzando quelli statunitensi che, come evidenzia anche la Reuters, “sono in stallo da quasi un decennio e non mostrano alcun segno di ripresa”.