di Margherita Furlan e Fabio Belli
L’ambasciatore statunitense a Mosca, Lynn Tracy, ha rifiutato l’invito a presenziare a una riunione della commissione della Duma di Stato che intende indagare e fornire spiegazioni sulle attività dei laboratori biologici in Ucraina. La riunione si terrà domani, 18 aprile. La stessa Tracy non ha invece mancato oggi di far visita al giornalista del Wall Street Journal, Evan Gershkovich nel centro di custodia cautelare di Lefortovo, ribadendo alle autorità russe un appello per l’immediato rilascio.
Intanto, secondo quanto riporta il New York Times, la NATO si starebbe preparando a potenziali ostilità ai suoi confini. Il quotidiano della Grande Mela, in un editoriale del giornalista Steven Erlanger, commenta con trionfalismo la mossa dell’Alleanza atlantica nello schierare un battaglione di truppe multinazionali in otto paesi lungo il confine orientale con la Russia, con l’obiettivo che altre forze, in caso di guerra, possano muoversi rapidamente. L’articolo si conclude citando le dichiarazioni di Ivo Daalder, presidente del Chicago Council on Global Affairs, secondo cui la NATO non avrebbe ancora pensato seriamente a difendere il proprio territorio ma, a suo dire, dovrebbe farlo.
La Cina intanto non sta a guardare e con un comunicato del ministero degli Esteri fa sapere al mondo che “negli ultimi 31 anni, ha inviato più di 50.000 soldati in missioni di peacekeeping in più di 20 Paesi e regioni, partecipando a 30 operazioni delle Nazioni Unite, in cui hanno perso la vita 25 soldati cinesi. In qualità di membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, la Cina fornisce il secondo più grande contingente delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace ed è quindi una forza-chiave per il peacekeeping internazionale “. La Cina dichiara dunque che da oggi niente può essere deciso nell’ordine (attuale disordine) mondiale senza la sua approvazione.
Dilma Rousseff, ex presidente del Brasile, ora presidente della Banca per lo sviluppo dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), da Pechino ha dichiarato, non a caso, che i Paesi BRICS stanno rapidamente abbandonando l’uso del dollaro USA per non essere più dipendenti da una sola valuta.
Pechino ha pertanto rifiutato di calendarizzare una visita del segretario di Stato statunitense, Antony Blinken. Dopo il viaggio annullato lo scorso febbraio a causa del pallone apparso nei cieli americani, Antony Blinken ha fatto visita negli scorsi giorni alle autorità del Vietnam e ora si trova in Giappone per il summit tra ministri degli Esteri del G7. In Vietnam, Blinken ha inaugurato il nuovo complesso dell’ambasciata degli Stati Uniti ad Hanoi, costato 1,2 miliardi di dollari. Tentativi di colonizzazione a stelle e strisce oramai inutili. Il Dragone (e l’Orso) non si fermano qui.