di Fabio Belli
Oggi, 26 aprile, il presidente cinese, Xi Jinping, ha tenuto una conversazione telefonica con l’omologo ucraino, Volodymyr Zelensky.
Lo ha reso noto con un comunicato l’emittente statale cinese CCTV che, nel citare il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hua Chunying, ha riferito che a prendere l’iniziativa sarebbe stata Kiev. Al centro del colloquio le relazioni bilaterali fra Cina e Ucraina e il conflitto russo ucraino. Xi Jinping ha ribadito che Pechino si è sempre schierata dalla parte della pace con l’obiettivo di promuovere i negoziati, anche attraverso il piano di pace presentato alcune settimane fa.
“In qualità di membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e di un grande paese responsabile, non ci volteremo dall’altra parte né aggiungeremo benzina sul fuoco”, ha detto Xi escludendo a priori la presunta intenzione di voler trarre vantaggio dalla situazione.
In merito alla questione nucleare il presidente cinese ha precisato che tutti gli interessati dovrebbero rimanere calmi e sobri, annunciando che la parte cinese invierà un rappresentante speciale del governo per gli affari eurasiatici in visita in Ucraina e in altri paesi per facilitare una soluzione politica della crisi.
Ad essere nominato a capo della delegazione -si apprende- è l’ex ambasciatore cinese in Russia Li Hui. Un rappresentante di alto profilo, dunque, che nel 2019 era stato insignito da Vladimir Putin dell’Ordine di amicizia dopo dieci anni in carica. Kiev avrebbe invece nominato l’ex ministro delle industrie strategiche, Pavlo Riabikin, nuovo ambasciatore ucraino in Cina – un posto rimasto vacante da febbraio 2021.
Sempre secondo il comunicato, il presidente ucraino si sarebbe congratulato con Xi Jinping per la sua rielezione, apprezzando gli straordinari risultati della Cina. Zelensky, nel ribadire le proprie opinioni sull’attuale conflitto, ha ringraziato Pechino per l’assistenza umanitaria, accogliendo con favore il ruolo di mediatore del Paese del Dragone. Secondo il presidente ucraino, i lunghi colloqui con Xi Jinping, potrebbero dare un forte impulso allo sviluppo delle relazioni bilaterali. Ciò che Zelensky si è guardato bene dal riferire, invece, sarebbe la sua dichiarazione a sostegno della politica di “una sola Cina”, riportata invece dal ministero degli Esteri cinese. Una dichiarazione quantomeno controversa da parte di una creatura di Washington, che ha più che mai a cuore l’indipendenza di Taiwan e che non manca di fare parallelismi tra la crisi ucraina e quella, prossima, nell’Asia Pacifico.
Mosca ha accolto con scetticismo gli apparenti buoni propositi di Kiev. Secondo la portavoce degli Esteri, Maria Zakharova, il problema non starebbe tanto nei piani di pace, quanto nelle richieste improponibili dell’Ucraina.
“Finora, il regime di Kiev sta dimostrando il suo rifiuto di qualsiasi iniziativa sensata volta a una soluzione politica e diplomatica della crisi”, ha commentato la Zakharova presagendo che l’eventuale accordo sarebbe condizionato da un ultimatum dell’Ucraina con richieste irrealistiche.