di Gionata Chatillard
In un’inusuale sessione tenutasi lo scorso sabato pomeriggio, la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha dato il via libera a un pacchetto di oltre 60 miliardi di dollari in aiuti militari destinati all’Ucraina. La votazione ha così interrotto uno stallo che si protraeva dalla fine dello scorso anno, ovvero da quando parte del Partito Repubblicano ha iniziato a storcere il naso sul sostegno della Casa Bianca al Governo di Volodymyr Zelensky. I politici conservatori sono quindi riusciti a rallentare l’assegnazione dei nuovi aiuti, ma non a impedirla. Il partito si ritrova infatti spaccato, con circa la metà dei suoi deputati che si è espressa a favore di un disegno di legge che nei prossimi giorni dovrà essere approvato anche in Senato.
L’ampio sostegno bipartisan all’ennesima tranche di aiuti militari è una grande vittoria politica per Joe Biden, che ha ringraziato i legislatori statunitensi per aver inviato un “chiaro messaggio” al mondo in un momento che l’inquilino della Casa Bianca ha definito particolarmente “critico” non solo sul fronte ucraino, ma anche su quelli del Medio Oriente e dell’Indo-Pacifico. Assieme al via libera alle armi per Kiev, la Camera dei Rappresentanti ha infatti approvato un pacchetto da 26 miliardi di dollari per Israele, e un altro da 8 miliardi per Taiwan. Ma non solo. I deputati statunitensi hanno anche dato l’ok all’imposizione di nuove sanzioni all’Iran, che prenderanno di mira tanto la guida suprema Ali Khamenei come i suoi più stretti collaboratori. E, dulcis in fundo, la Camera ha poi detto “sì” a due leggi che apriranno presto le porte al sequestro dei beni della Banca Centrale russa e alla chiusura -o alla vendita- del social network cinese TikTok.
Ce n’è quindi per tutti, verrebbe da dire. Ma di soldi, ce ne sono soprattutto per Zelensky. Il presidente ucraino ha subito dichiarato che il nuovo pacchetto di aiuti “impedirà alla guerra di espandersi”, dal momento che, secondo l’ex attore comico, “la pace e la sicurezza possono essere raggiunte solo attraverso la forza”. Un adagio che potrebbe essere perfettamente sottoscritto da Benjamin Netanyahu, che ha assicurato che userà gli aiuti statunitensi per “difendere la civiltà occidentale”. Entusiasta si è poi mostrato anche il Governo di Taiwan, che ha ringraziato Washington per un sostegno che ha definito “solido come una roccia”.
Di tutt’altro avviso sono ovviamente Cina, Russia, Iran e Autorità Nazionale Palestinese. Quest’ultima ha affermato che il disegno di legge approvato alla Camera bassa statunitense non è altro che un’ennesima “aggressione” che si tradurrà in “migliaia di vittime nella Striscia di Gaza”. D’altronde, quello di destabilizzare il mondo intero sarebbe secondo Maria Zakharova proprio uno degli obiettivi principali della Casa Bianca. La portavoce del Ministero degli Esteri russo ha infatti equiparato l’assistenza militare a Kiev a una vera e propria “sponsorizzazione del terrorismo”.
Ma ad aggravare ulteriormente le cose fra Mosca e Washington c’è anche il fatto che l’Amministrazione Biden, oltre al nuovo pacchetto di aiuti, potrebbe presto inviare a Kiev anche nuovi consiglieri militari per coordinare gli sforzi logistici necessari per l’utilizzo delle nuove armi occidentali che saranno consegnate a Kiev. “Gli Stati Uniti stanno andando sempre di più verso una guerra ibrida con la Russia”, ha denunciato Zakharova, aggiungendo che la Casa Bianca ha dimostrato ancora una volta di voler “combattere fino all’ultimo ucraino”, ma che il suo slancio bellico finirà allo stesso modo in cui sono finite le guerre in Vietnam e in Afghanistan. Ovvero, con una sonora “umiliazione”.