di Jeff Hoffman
L’ammontare del budget europeo per le Politiche Agricole Comuni è passato dal 66% degli anni 80 al 30% del settennato 2021-2027. I paesi a riceverne la percentuale maggiore sono la Francia, con il 17% dell’intera cifra, seguono la Spagna con il 12,4%, la Germania con l’11,2% e l’Italia con il 10,4%. Mentre la protesta degli agricoltori avanza, spesso diretta o inseguita da sindacati e associazioni conniventi, viene fuori che tra la fine del 2021 e il secondo trimestre del 2023, il margine lordo dell’industria alimentare è passato dal 28% al 48%, a fronte di una progressiva riduzione dei guadagni da parte delle piccole e medie aziende agricole.
A ricevere la gran parte dei contributi stabiliti dalle Politiche Agricole Comuni nel fu Belpaese spicca la FINAF, che nel 2021 ha ricevuto 36 milioni di euro a fronte dei 32 milioni ricevuti nel 2019. FINAF è l’acronimo di First International Association Fruit, consorzio che riunisce circa 9 mila agricoltori fra Francia e Italia. Segue a ruota L’UNAPROL, consorzio olivicolo guidato dal vice presidente della Coldiretti Davide Granieri.
Alla fine della lista dei giganti beneficiari dei sussidi dell’agricoltura dopo Genagricola SPA, fondata dal Gruppo assicurativo Generali che conta circa 14 mila ettari di terreno distribuiti tra Italia e Romania, resta una piccola percentuale di spiccioli da suddividere fra le piccole aziende che allevano bestiame e coltivano frutta e verdura “come Dio comanda”.
L’altra brutta notizia è che oltre a innalzare trincee intorno al quasi Parlamento europeo i funzionari di Bruxelles hanno firmato un accordo per il libero scambio con la Nuova Zelanda che, mentre suonano le sirene dell’emergenza climatica e della transizione verde, si preparano a importare via mare in Europa carne, latte di pecora e quant’altro.
Inoltre, dopo aver chiuso la porta alla nuova via della seta, l’Unione europea sta ultimando le misure per eliminare le barriere doganali con il Mercosur, il grande mercato comune sudamericano. Di fronte agli allevamenti industriali del Brasile o dell’Argentina, che coltivano soia o carne bovina su superfici sconfinate, è chiaro che l’agricoltura italiana, francese o spagnola ne verrà fortemente danneggiata influendo, oltre che sull’economia, sulla salute dei sempre più consumati consumatori.
A proposito di brutte notizie, d’altro canto, è adesso ufficiale che il Parlamento europeo ha dato il via libera alle Nuove Tecniche Genomiche in agricoltura che, con il delicato uso della neolingua introducono gli OGM nel fu Belpaese della biodiversità.
Dal basso della protesta italiana è stata intanto annunciata la Conferenza Contadina che si terrà nella capitale l’1-2-3 marzo 2024.
A proposito di politiche agricole comuni, come recitava un vecchio detto popolare: “dove vai son cipolle”.