di Fabio Belli
Ieri, 7 marzo, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha tenuto l’attesissimo discorso sullo stato dell’Unione: la relazione annuale tenuta dall’inquilino della Casa Bianca di fronte a entrambi i rami del Congresso.
Durante il suo intervento Biden ha affermato che gli Stati Uniti non smetteranno di sostenere l’Ucraina nel suo conflitto con la Russia, accusando il presidente russo, Vladimir Putin, di “seminare il caos in tutta Europa”.
“Se qualcuno in questa stanza pensa che Putin si fermerà in Ucraina, vi assicuro che non lo farà”, ha detto Biden, cercando di persuadere i legislatori a non bloccare ulteriori aiuti militari a Kiev. “Il mio messaggio al presidente Putin – che conosco da molto tempo – è semplice: non ce ne andremo. Non ci inchineremo. Non mi inchinerò”, ha tuonato l’anziano presidente statunitense ribadendo che la sua amministrazione non ha intenzione di inviare truppe americane per combattere direttamente la Russia.
L’intervento di Biden, che ha visto anche un gruppo di protestanti pro Palestina che ha cercato di bloccare il corteo presidenziale in avvicinamento al Congresso, ha suscitato non poche reazioni tra cui quella dell’ex ufficiale dell’intelligence dei Marines statunitensi, Scott Ritter, che durante un intervento a Sputnik ha etichettato il discorso come propaganda elettorale per le elezioni presidenziali. Citando Joe Biden, che ha detto di non volersi allontanare dall’Ucraina, l’analista ha puntualizzato con una battuta che il presidente statunitense è in realtà scappato da lì, dedicandosi direttamente alle questioni interne. “La gente deve capire che i prossimi mesi vedranno Biden concentrato quasi esclusivamente sulla politica interna americana e che il conflitto in Ucraina morirà di morte naturale, di una morte tragica per il popolo ucraino”, ha concluso Ritter. Anche Dmitry Medvedev ha criticato Biden definendolo un “individuo mentalmente disabile che ha deciso di trascinare l’umanità all’inferno”.
Tuttavia, chi non abbandona l’Ucraina è la Commissione europea che promette altri 6 miliardi di euro entro la fine di aprile. E mentre il presidente ucraino Zelensky è atteso in visita in Turchia, l’esercito ucraino attacca ancora sia la regione russa di Belgorod con tre droni kamikaze sia l’area di Donetsk con proiettili NATO. Il Ministero della Difesa russo ha segnalato l’intercettazione di 796 droni delle forze armate ucraine in una settimana. Mentre il rappresentante permanente russo presso l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, Vladimir Tarabrin, punta il dito contro il regime di Kiev accusandolo di utilizzare contro il personale militare russo un’ampia gamma di sostanze chimiche tossiche fornite loro dai curatori occidentali, Stati Uniti compresi.