di Jeff Hoffman
E’ iniziata lunedì 29 maggio l’esercitazione biennale organizzata da Finlandia, Svezia e Norvegia che, in occasione dell’ingresso di Helsinki nell’Alleanza atlantica, ha richiamato la partecipazione di 2.700 soldati da 14 paesi di cui 12 membri della NATO.
Alle prove di guerra scandinave parteciperanno 150 aerei fra cui gli F-35 provenienti dalle colonie europee, i Rafale e Mirage 2000 francesi, i JAS 39 Gripen, F-16 e Typhoon danesi e olandesi, gli F-18 svizzeri e finlandesi decollati da 4 basi aeree: Ørland in Norvegia, dove sono stazionati i militari italiani, Luleå in Svezia, Rovaniemi e Pirkkala in Finlandia.
Oltre al velivolo Airborne Warning and Control System della NATO, in collegamento con le antenne del MUOS di Niscemi, a fianco dei tre paesi nordici ospitanti vi sono quindi Paesi Bassi, Belgio, Gran Bretagna, Italia, Canada, Francia, Germania, Svizzera, Danimarca, Repubblica Ceca e, inutile dirlo, i padroni washingtoniani della finta alleanza atlantica. L’esercitazione, ha spiegato il colonnello Henrik Elo dell’Aeronautica Finlandese, coinvolge anche le regioni settentrionali della Svezia che, in attesa di giudizio da Ankara, non ha ancora potuto fare ingresso nel circolo atlantista diretto dagli USA.
A dimostrazione della belligeranza aggressiva, la presenza della Gerard Ford, la più grande nave da guerra mai costruita, con a bordo 4.500 soldati a stelle e strisce e 75 aerei da combattimento, entrata nel porto di Oslo la scorsa settimana.
Senza pause temporali, le esercitazioni della NATO si spostano da un punto all’altro del pianeta per dare dimostrazioni di forza che, oltre a non corrispondere alla realtà, deturpano il pianeta stesso.
In gioco, questa volta, ci sono i 1.340 km di confine che dividono la Russia di Vladimir Putin dalla colonia statunitense battente bandiera finlandese.
In perfetta linea di continuità con il piano anti Russia, il Segretario di Stato Antony Blinken ha appena annunciato un nuovo pacchetto di sanzioni contro le esportazioni russe che, guarda caso, ha come scopo intrinseco anche il contrasto all’ormai leggendaria disinformazione russa.
Fra un’esercitazione di guerra infinita e l’altra, quindi, l’arroganza occidentale prosegue i suoi sforzi per allontanare da ogni confine la speranza di pace.