di Elisa Angelone
Nel suo lungo discorso alla sessione plenaria del Forum Economico di San Pietroburgo, il presidente russo Vladimir Putin ha toccato diversi temi, non esclusivamente inerenti all’economia russa.
Leitmotiv dell’edizione di quest’anno è lo sviluppo sovrano della Russia, con particolare attenzione ai settori economico e tecnologico. Il riorientamento economico, commerciale e logistico della Russia da un anno e mezzo a questa parte ha permesso al Paese, contro le previsioni più funeste, di restare tra le principali economie mondiali. Questo, in sostanza, ha dichiarato Putin, citando la crescita del PIL del 2% entro la fine dell’anno e l’inflazione che si attesta al 2,9% – “un valore inferiore a quello di molti Paesi occidentali”, ha aggiunto il leader russo, non senza lanciare una frecciatina alle scelte suicide dell’Occidente che sta oggi subendo gli effetti delle sanzioni antirusse. Mosca si dice pronta ad aprire le porte a qualsiasi azienda straniera volesse tornare a operare in Russia. Nel frattempo Mosca, ha proseguito Putin, ha aumentato significativamente gli scambi con i paesi liberi da “vincoli esterni” – scambi che avvengono per la maggior parte nelle valute nazionali. “Il 90% delle transazioni tra la Russia e i paesi dell’Unione Economica Eurasiatica avviene in rubli, mentre il commercio con la Cina avviene già per l’80% in rubli e yuan”, ha fatto sapere il capo del Cremlino, che ha poi aggiunto come la Russia non abbia mai avuto come obiettivo l’abbandono del dollaro nella propria economia o in quella mondiale. Dopotutto, ha osservato Putin, il potere del dollaro deriva(va) dalla potenza economica degli USA, la cui leadership tuttavia ha usato la valuta come arma, minando la propria credibilità. “Allo stato attuale i contatti tra Russia e USA sono pressoché nulli” ha dichiarato Putin, secondo cui “il sistema internazionale neocoloniale ha ormai cessato di esistere. A rafforzarsi è invece l’ordine mondiale multipolare. È un processo inevitabile dato che gli attuali cambiamenti sono profondi, cardinali e irreversibili”. “La Russia non è dunque isolata, ha precisato Putin, ma ha stabilito relazioni migliori in termini di partner commerciali e non è interessata a sviluppare scambi con partner che sostengono “pratiche barbare” e che sono soggetti a influenze “politiche”.
E’ in questo nuovo mondo che si inserisce la necessità per la Russia d’intensificare i contatti con le nazioni del Sud globale e al tempo stesso rendere il proprio sviluppo economico e, soprattutto, tecnologico il più indipendente possibile.
Nel suo discorso Putin ha menzionato anche la cosiddetta operazione speciale in Ucraina osservando come al momento la controffensiva ucraina non stia sortendo nient’altro che ingenti perdite da parte di Kiev. Allo stesso tempo il leader russo ha garantito che, se mai i noti F-16 verranno dispiegati nei pressi dell’Ucraina, le forze russe faranno in modo di individuarli e colpirli. Questo perché Mosca porterà fino in fondo il compito di “denazificare” l’Ucraina. Putin ha anche affermato che la Russia potrebbe “distruggere qualsiasi edificio nel centro di Kiev”, ma ha deciso di non farlo “per una serie di motivi”. E ha precisato che gli attacchi alla regione di Belgorod e al Cremlino “sono un tentativo di provocare la Russia a gravi azioni di ritorsione”. Di fronte a ciò e all’insistenza occidentale, la Russia non ha intenzione di ridurre il numero di armi nucleari di cui dispone – numero che, ricorda Putin, è superiore rispetto a quelle dei paesi NATO. Tuttavia, poiché Kiev è in difficoltà, Mosca non vede la necessità di impiegarle – il loro uso, ha continuato Putin, “è possibile solo se c’è una minaccia all’integrità territoriale, all’indipendenza e alla sovranità del Paese”. Dunque la prima parte delle testate nucleari già dispiegate in Bielorussia è da intendersi, ha chiarito Putin, come un elemento di deterrenza. Il resto delle armi verrà dispiegato nel corso dell’estate.
Una panoramica geopolitica, più che economica, alla quale ha partecipato come ospite ufficiale il presidente algerino Tebboune, che ha ribadito sul palco del Forum la volontà dell’Algeria di unirsi presto ai BRICS per “liberarsi dalle pressioni cui è sottoposta da tempo”.
Vladimir Putin ha colto l’occasione per ricordare l’ex premier italiano Silvio Berlusconi definendolo “una personalità dal profilo universale”. In memoria di Berlusconi, Putin ha chiesto ai partecipanti del Forum di osservare un minuto di silenzio.