di Fabio Belli e Margherita Furlan
Oggi, 7 giugno, si è tenuta la sessione plenaria del Forum Economico di San Pietroburgo, con l’attesissimo intervento del presidente russo, Vladimir Putin.
Il capo del Cremlino, salito sul palco con i presidenti di Bolivia e Zimbabwe, Luis Arce e Emmerson Mnangagwa, ha parlato per oltre un ora e nel suo intervento ha sottolineato come sia emersa una vera e propria corsa tra i paesi per rafforzare la sovranità. Allo stesso tempo, ha precisato Putin, i recenti leader stanno cercando con le buone o con le cattive di mantenere il ruolo egemone.
Il presidente russo ha riconosciuto che l’economia numero uno al mondo è di gran lunga la Cina, con l’India al terzo posto e altri paesi dell’Asia e dell’Africa che si affermeranno per la metà del secolo. Dal canto suo, Putin ha lodato i successi della Russia per quanto riguarda l’adeguamento tecnologico, anche in ambito militare e come il paese, nonostante le sanzioni, rimanga uno dei principali attori del commercio mondiale. Paese che, secondo la Banca Mondiale, è diventato la quarta economia al mondo in termini di parità di potere d’acquisto e gli stati amici della Russia rappresenterebbero i tre quarti del suo fatturato commerciale. Mosca, secondo la visione di Putin, presterà particolare attenzione ai corridoi Nord-Sud, al Mar Nero e alla rotta del Mare del Nord. Quest’ultima, secondo il capo del Cremlino, sarà ulteriormente sviluppata e potrebbe passare dai 36 milioni di tonnellate di merci dell’anno scorso ai 150 milioni.
Putin ha annunciato la formazione di un sistema di pagamento indipendente all’interno dei BRICS, non soggetto a pressioni esterne. “Gli stessi paesi occidentali hanno minato la fiducia nelle proprie infrastrutture di pagamento”, ha detto il presidente russo, sottolineando come la quota di transazioni per le esportazioni russe in valute “tossiche” si sia dimezzata e l’incidenza del rublo nelle transazioni sia in crescita, avvicinandosi al 40%. Gli stessi BRICS, ha sottolineato Putin, verranno notevolmente ampliati ammettendo nuovi membri dato che c’è stata una vera e propria corsa tra i paesi del mondo per rafforzare la propria sovranità . I paesi che erano leader stanno cercando di mantenere la leadership con le buone o con le cattive.
Per Putin, la bomba atomica permetterebbe alla Russia di vincere «più velocemente» la guerra in Ucraina, «ma la salute dei soldati russi è più importante». «È possibile raggiungere gli obiettivi che abbiamo di fronte più velocemente? Lo è, ma con perdite che sarebbero direttamente proporzionate. Ed essendo consapevole della mia responsabilità, sto ancora lavorando sulla premessa del nostro Stato Maggiore e del nostro ministero della Difesa: la velocità è importante, ma avere a cuore la vita e la salute dei nostri ragazzi che combattono al fronte è molto più importante», ha detto Putin, «Quando vediamo qual è il carattere russo, qual è il carattere di un cittadino russo, lo capiamo e su questo contiamo; non abbiamo bisogno delle armi nucleari per la vittoria finale». Putin ha anche precisato che non ritiene che sussistano le ragioni per l’uso delle armi nucleari, come previsto dalla dottrina nucleare, ma non esclude che si possano introdurre modifiche al documento. «Abbiamo una dottrina nucleare. Lì è scritto tutto. Le armi nucleari potrebbero essere utilizzate in casi eccezionali, in caso di minaccia alla sovranità e all’integrità territoriale del Paese”. E ha aggiunto: “Questa dottrina è uno strumento vivo, e noi osserviamo attentamente ciò che accade nel mondo, intorno a noi, e non escludiamo di introdurre alcuni cambiamenti a questa dottrina». In ogni caso, ha proseguito il capo del Cremlino, “Se, Dio non voglia, si dovesse arrivare a qualche attacco, tutti dovrebbero rendersi conto che la Russia ha sistemi per prevenire un attacco missilistico. Gli Stati Uniti ne hanno uno. Nessun altro ha un sistema così sviluppato. L’Europa non ha un sistema sviluppato, è indifesa in questo senso”.
Riguardo al conflitto ucraino, Putin si è detto sicuro che la Russia otterrà la vittoria in Ucraina. “Ma la Federazione Russa è pronta a cercare qualcuno con cui negoziare, ma non sulla base delle “invenzioni” di qualcuno, ma sulla base di quanto discusso a “Istanbul” e tenendo conto delle nuove realtà”, ha sottolineato Putin, che ha ribadito che «ammettere l’Ucraina nella Nato in questo momento non sarebbe saggio» perché «comporterebbe l’applicazione dell’articolo sulla difesa collettiva».
Nel frattempo, nell’incontro svoltosi oggi a Parigi con Volodymyr Zelensky, Joe Biden ha «annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militari, dal valore di 225 milioni di dollari, che comprende intercettori di difesa aerea, munizioni di artiglieria e altre capacità cruciali. Questo è il sesto pacchetto annunciato dagli USA da quando è stata firmata dal presidente Biden la legge di spesa aggiuntiva per la sicurezza nazionale». E’ quanto si legge nel comunicato della Casa Bianca in cui si riferisce dell’incontro durante il quale i due «leader hanno discusso della situazione della guerra e delle necessità urgenti di aiuto dell’Ucraina». «Il presidente ha ribadito che il sostegno Usa all’Ucraina è inamovibile», conclude il comunicato sottolineando che i due «leader si sono impegnati ad incontrarsi di nuovo nel prossimo vertice del G7 in Italia per continuare le discussioni».