di Fabio Belli
Il presidente russo, Vladimir Putin, ha tenuto ieri, 30 ottobre, un incontro con i membri del Consiglio di Sicurezza e del Governo e i vertici delle agenzie di sicurezza.
Nel suo intervento il capo del Cremlino ha sottolineato come diversi mezzi e strumenti, tra cui bugie, provocazioni, sofisticate tecnologie di aggressione psicologica e informativa, vengano utilizzati contro la Russia. Il tutto, ha detto Putin, “per destabilizzare e polarizzare la nostra società multietnica nella quale convivono molte religioni”. Il chiaro riferimento era agli eventi in Daghestan, giustificati come effetto della propaganda di Kiev su dettatura dei servizi segreti occidentali.
Poi sul Medio Oriente Putin ha preconizzato che le menti dietro il conflitto sfrutteranno le loro conseguenze distruttive per spargere i semi dell’odio e mettere le persone l’una contro l’altra in tutto il mondo. Non sembra casuale il riferimento del presidente russo agli Stati Uniti che, a suo dire, come superpotenza starebbero perdendo slancio. “Il mondo con un solo egemone sta crollando. Ma Washington non è pronto ad accettare questo fatto; al contrario, cerca di estendere il proprio dominio, la propria dittatura globale. Causando il caos per contenere e destabilizzare i loro avversari”, ha detto Putin, secondo il quale le élite al potere degli Stati Uniti e i loro satelliti starebbero inviando armi e denaro nelle zone di conflitto senza però riuscire a ottenere risultati sul campo di battaglia, cercando di dividere la Russia dall’interno, di indebolire il Paese e diffondere la discordia.
Il capo del Cremlino ha ribadito come oggi la Russia sia un partecipante attivo al processo di creazione di un mondo nuovo, più giusto e multipolare, con pari diritti e opportunità per tutti i paesi e tutte le civiltà. “Non siamo semplicemente leader in questo processo storico oggettivo, ma lottiamo per il nostro futuro, per la libertà delle nazioni e dei popoli sul campo di battaglia”, ha detto Putin che poi ha concluso dicendo, “più forte è la Russia e più consolidata è la nostra società, più efficaci saranno i nostri sforzi per difendere il nostro interesse nazionale e gli interessi dei popoli vittime del neocolonialismo occidentale”.