di Elisa Angelone
La battaglia a Bakhmut prosegue, nei giorni scorsi il gruppo Wagner è avanzato di altri 400 metri. Com’è noto, infatti, le milizie di Evgeny Prigozhin non si sono affatto ritirate come precedentemente annunciato, bensì continuano a guadagnare terreno. Quello che potrebbe sembrare un tentativo da parte russa di depistare Kiev, nasconde tuttavia profonde divergenze in seno alle élite russe sullo svolgimento della cosiddetta operazione militare speciale.
La lotta tra Prigozhin e i vertici militari russi, in particolare il comandante dell’Operazione Valery Gerasimov e il ministro della Difesa Sergej Shoigu, è ormai aperta.
Nei giorni scorsi il capo della Wagner ha dichiarato di aver ricevuto appena il 10% delle munizioni richieste. Per di più, le truppe regolari di Mosca avrebbero lasciato scoperti i fianchi delle truppe mercenarie durante gli ultimi combattimenti, ma allo stesso tempo la Wagner sarebbe impossibilitata a ritirarsi perché -stando alle parole di Prigozhin- altrimenti i suoi membri verrebbero accusati di tradimento.
E’ di ieri, infine, un articolo del WP basato su una fantomatica fuga di documenti statunitensi secondo cui il leader del gruppo Wagner lo scorso gennaio avrebbe offerto alle truppe ucraine di rivelare le posizioni russe in cambio del ritiro dell’Ucraina da Bakhmut. Per il Cremlino si tratta dell’ennesima bufala. Anche Prigozhin è dello stesso avviso, ma ha nuovamente accusato le élite russe di aver orchestrato un attacco mediatico contro di lui.
La Difesa russa non ha ad oggi mai pubblicamente risposto alle accuse di Prigozhin – accuse che si fanno sempre più pesanti. Il ministero è stato infatti più volte accusato di incompetenza da parte del capo della Wagner. In un nuovo video Prigozhin ha addirittura insinuato che il reale obiettivo della Difesa russa sia, in realtà, quello di lasciare scoperto il gruppo mercenario in modo tale che siano infine gli ucraini ad eliminarlo. Alla Wagner, insomma, secondo Prigozhin, sarebbe stata tesa una trappola. Secondo alcuni analisti russi questa ipotesi sarebbe plausibile e a confermarla sarebbe il fatto che il governo russo permetta a Prigozhin di esprimersi con apparente impunità, anche nel momento in cui di fatto mette in cattiva luce la Difesa russa. La Wagner, dopotutto, è una presenza importante per Mosca in varie parti del mondo.
Secondo il noto analista Pepe Escobar, la strategia del Cremlino è da individuare invece proprio nella copertura mediatica del caso Prigozhin, che pure evidenzia problemi e divergenze realmente esistenti ma che, allo stesso tempo, permetterebbe a Mosca di accelerare l’operazione speciale con il favore dell’opinione pubblica.
Secondo Escobar, infatti, ad oggi, tra le élite russe sarebbe il cosiddetto “partito degli indecisi” ad essere in maggioranza, quello cioè che si colloca tra coloro che puntano alla vittoria e coloro che invece sono per colloqui di pace. Colloqui che tuttavia, agli occhi di Mosca, non farebbero altro che dare tempo al blocco occidentale di ri-organizzarsi per riprendere poi l’obiettivo di distruggere la Russia. Per questo, allo stato attuale e al netto delle divergenze tra élite, la “pace” mediata dall’Occidente non è un’opzione per Mosca. La lotta, sia in Ucraina, sia internamente alla Russia, quindi, è destinata a continuare.