di Fabio Belli
Oggi, 13 marzo, è stata pubblicata un’intervista che il presidente russo, Vladimir Putin, ha rilasciato al giornalista Dmitry Kiselev per Ria Novosti e Rossiya 1.
Nelle sue risposte il capo del Cremlino ha puntualizzato che se le truppe americane apparissero in Ucraina, la Russia le tratterà come invasori e che, da un punto di vista tecnico-militare, la Federazione Russa è pronta per difendersi con armi nucleari. “Ma le userà”, assicura il presidente russo, “solo se la questione riguarderà l’esistenza o meno del nostro stato. Putin ha inoltre anticipato che se gli Stati Uniti effettuassero test nucleari, è possibile che la Russia faccia lo stesso.
Il presidente russo ha ribadito ancora una volta la disponibilità di Mosca ai negoziati sull’Ucraina, purché essi non siano usati per riarmare Kiev e che siano connessi alla realtà e non su alcuni desideri espressi dopo l’uso di psicofarmaci.
Putin ha parlato anche dell’eventualità che la Polonia invii truppe in Ucraina. “Se lo faranno”, ha detto Putin, “non se ne andranno più da lì” visto che, a suo dire, il desiderio di Varsavia è quello di riprendersi le terre che considera sue per ragioni storiche.
In riferimento particolare all’Africa e all’America Latina, Putin ha detto: “L’era in cui le élite occidentali sono in grado di sfruttare altre nazioni e altri popoli in tutto il mondo sta volgendo al termine”.
Intanto da oltreoceano continuano a scherzare col fuoco: secondo quanto riporta il Wall Street Journal, il Pentagono starebbe discutendo il trasferimento dei missili a lungo raggio ATACMS all’Ucraina. Missili in precedenza richiesti da Kiev che con una gittata di 290 km potrebbero penetrare fino in Crimea. Per Washington ciò costituirebbe un’opportunità visto che l’esercito statunitense vuole sostituire gli ATACMS con i nuovi missili PrSM (Precision Strike Missile) con gittata di 400 km.