di Fabio Belli
“Non c’è alcuna aggressione esterna contro l’Iran e ciò che viene diffuso sono bugie e una guerra confusa e fuorviante”.
È quanto afferma il Ministero della Difesa iraniano in seguito al presunto attacco israeliano sul territorio della Repubblica Islamica. I media statunitensi avevano riportato la notizia di un attacco missilistico contro una struttura in Iran, nonché di esplosioni vicino all’aeroporto di Isfahan.
Tuttavia, i media iraniani hanno ridimensionato l’accaduto riferendo di 3 esplosioni vicino all’aeroporto di Isfahan come risultato della contraerea per abbattere piccoli droni che, secondo il portavoce dell’Agenzia spaziale iraniana Hossein Daliryan, sarebbero stati lanciati dal territorio iraniano. In un primo momento il traffico aereo su Teheran, Isfahan e Shiraz era stato chiuso.
Successivamente, funzionari iraniani hanno affermato che importanti strutture nella provincia di Isfahan, in particolare quelle nucleari, sono completamente al sicuro e non sono stati segnalati incidenti. La conferma è arrivata anche dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica.
Nel frattempo, aerei militari israeliani hanno effettuato una serie di attacchi aerei contro posizioni nelle province sud-occidentali di Daraa e As-Suwayda, nonché nel vicino Iraq.
Gli aerei dell’aviazione di Tel Aviv avrebbero anche bombardato l’aeroporto di al-Thalaa, in Siria.
In risposta gli Hezbollah libanesi avrebbero lanciato razzi nella Galilea dove, secondo fonti israeliane, sarebbe scoppiato un incendio anche all’interno di un kibbutz.
I combattenti di Hezbollah avrebbero anche colpito un edificio utilizzato dai soldati israeliani.
Intanto secondo un rapporto del Wall Street Journal, l’amministrazione Biden starebbe prendendo in considerazione oltre 1 miliardo di dollari in nuovi contratti di armi per “Israele”, incluse munizioni per carri armati, veicoli militari e colpi di mortaio.
Il tutto mentre Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha votato sull’adesione della Palestina all’ONU: 12 favorevoli; 2 astenuti (Regno Unito, Svizzera). Gli Stati Uniti hanno posto il veto, spiegando confusamente che i tempi non sono maturi e che prima sarebbe necessaria la normalizzazione delle relazioni di Israele con i vicini arabi.