di Fabio Belli
Il gabinetto di guerra israeliano ha approvato all’unanimità l’espansione delle operazioni a Rafah. Lo hanno riferito alcuni media nazionali secondo i quali la decisione sarebbe stata presa in una riunione avvenuta ieri.
E mentre l’esercito di Tel Aviv prende di mira l’intera città al confine affermando di aver ucciso diversi militanti di Hamas e di averne scoperto i nascondigli in tunnel sotterranei, l’Agenzia per i rifugiati palestinesi stima che circa 110.000 persone siano fuggite da Rafah. Tuttavia, secondo l’Agenzia, nessun posto è sicuro nella Striscia di Gaza e le condizioni di vita sono atroci. La stessa Agenzia ha chiuso oggi la sede di Gerusalemme Est dopo che i residenti israeliani hanno appiccato il fuoco al suo perimetro due volte in meno di una settimana.
E mentre i colloqui per un cessate il fuoco tra Israele e Hamas sono sospesi, si attende una votazione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite su una risoluzione elaborata dalla Lega Araba che concederebbe nuovi “diritti e privilegi” alla Palestina, oltre a sollecitare il Consiglio di Sicurezza di riconsiderare lo stato palestinese come membro dell’organizzazione.
Da oltre oceano, dopo che il capo del Pentagono Lloyd Austin aveva confermato la sospensione delle forniture di armi a Israele, secondo quanto riporta il sito web Axios, il segretario di Stato statunitense, Antony Blinken presenterà al Congresso un rapporto molto critico sulla condotta di Israele a Gaza per valutare se vi siano violazioni al diritto internazionale.
Violazioni che per il presidente colombiano, Gustavo Petro, sarebbero inequivocabili vista la sua proposta di mandato di arresto internazionale per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.