di Margherita Furlan ed Elisa Angelone
Il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, ha presentato oggi al Copasir il nuovo decreto per l’invio di armi all’Ucraina. Si tratta del settimo provvedimento, il secondo del governo Meloni. I contenuti sono secretati come nelle altre occasioni.
Come cerca di riportare nel dettaglio il portale olandese di analisi e ricerca sulla guerra, Oryx, l’Italia ha finora contribuito egregiamente a soddisfare le richieste di Kiev. Nella lista di armamenti forniti da Roma al regime di Zelensky figurano infatti non solo armi difensive, ma anche offensive. Lanciarazzi, sistemi di difesa aerea, artiglieria di diverso tipo, mortai, missili anticarro, blindati e artiglieria per un valore che potrebbe sfiorare il miliardo di euro.
Il tutto mentre Roma si avvia a grandi passi verso il ritorno dell’austerità per compiacere i padroni che, in quel di Bruxelles, preparano per l’Europa intera un’economia di guerra. E’ prevista infatti questa settimana l’approvazione, da parte del Parlamento europeo, di un pacchetto a sostegno della produzione di munizioni – un piano da 500 milioni di euro volto a “sostenere l’Ucraina e, allo stesso tempo, l’industria della Difesa UE”.
Nel frattempo, la più grande azienda di sistemi di difesa britannica, la Bae Systems aprirà un ufficio in Ucraina. Com’è evidente, il produttore di armi ha registrato un anno record per i nuovi ordini nel 2022.